Vietato legare il nome della lotta contro l'immigrazione clandestina al nome Gassman, in qualunque modo. E' quasi surreale la richiesta formale di Alessandro Gassmann, attore e figlio d'arte del grande Vittorio Gassman, e assai noto anche per il suo attivismo social e politico, spesso coincidenti.
Il 60enne artista romano è rimasto sconcertato dal convegno di sabato scorso di Gallarate in provincia di Varese, Remigration Summit. Un incontro assai contestato dalla sinistra, che ha parlato ovviamente di razzismo, fascismo, xenofobia e nazismo. E andato in scena, guarda la coincidenza, proprio nel locale Teatro Condominio, intitolato a Vittorio Gassman. Sui social Alessandro sbotta a scoppio ritardato.
"Caro sindaco, leggo che nel teatro intitolato a mio padre nella vostra cittadina è avvenuta la riunione internazionale dei partiti di estrema destra europei (neo fascisti e nazisti). Se nelle sue intenzioni vi è quella di continuare a ospitare in un luogo di cultura manifestazioni con slogan razzisti e illiberali, le chiedo di togliere il nome di mio padre al suddetto teatro". "Mio padre - ricorda ancora l'interprete di Il nome del figlio e Non ci resta che il crimine - ebbe parenti deportati e uccisi dai nazifascisti".
La colpa del primo cittadino, Andrea Cassoni della Lega, non è dunque solo quella di aver autorizzato il raduno di chi chiede l'espulsione degli stranieri "non assimilati", ma pure quello di aver concesso loro un "tempio laico" che dev'essere, evidentemente, a disposizione solo del mondo progressista. A conferma del clima che si respira in quello spazio, i gestori hanno sentito l'obbligo di uscire allo scoperto con quelle che sono sembrate quasi delle scuse, definendosi "semplici uscieri" del teatro. "Sta nel nostro lavoro aprire le porte a chi lo chiede, e che viene approvato. Negli anni abbiamo ospitato associazioni di qualunque tipo politico, senza che questo influisse o esprimesse la nostra ideologia in tal senso. In buona fede, e nella fretta con cui la richiesta è avvenuta, abbiamo ingenuamente ospitato questo affitto come abbiamo sempre fatto e come, soprattutto, siamo tenuti a fare".
A scanso di equivoci, gli stessi gestori hanno aggiunto: "Noi ci allontaniamo fortemente da ideali estremisti, infatti la stagione teatrale è sempre stata e sarà sempre priva di politica. Continueremo a ospitare eventi di associazioni di qualunque orientamento, come siamo chiamati a fare, e senza che questo abbia peso sull'aspetto artistico". La postilla non pare essere servita a placare Alessandro Gassmann, rosso di rabbia e probabilmente indispettito anche degli interventi di Roberto Vannacci e Silvia Sardone.