Silvia Salis non sa vincere. La vittoria alle Comunali di Genova è di certo una innegabile affermazione del centrosinistra. Per vincere però è stato necessario mettere insieme tutte le forze più disparate del campo progressista, da Calenda ai comunisti. La neo-sindaca del capoluogo ligure ha infatti infangato immediatamente la destra con scarsa sportività in una competizione elettorale che si è conclusa con una vittoria rossa.
Su La Stampa le sue parole sono state molto dure con gli avversari del centrodestra, leggere per credere: "Non abbiamo l'ambizione o l'arroganza di dare lezioni a nessuno. Io credo però che Genova abbia dimostrato come la destra sia legittimata praticamente solo dalla mancata unione del campo progressista, perché quando poi il campo progressista si unisce e si mettono a confronto le due classi dirigenti, non c'è paragone". Insomma a sinistra sono "migliori". Chiaro no?
E ancora: "Io ho parlato di tutti i sì che diciamo ai grandi progetti che stanno prendendo piede in questa città. La narrazione della destra è stata grossolana. Ci hanno descritto come quelli del no, e l'hanno fatto in modo banale. Io ho detto tutta una serie di sì e chiaramente ho parlato anche di infrastrutture sociali, cosa che loro hanno completamente ignorato. Perché in una città bisogna occuparsi sicuramente dell'alto, dei grandi progetti, dello sviluppo, ma poi non bisogna mai essere troppo distanti della quotidianità delle persone: assistenza degli anziani, asili, marciapiedi, pulizia". Insomma torna il solito tormentone, a detsra sono tutti "brutti e cattivi". In politica bisogna saper perdere. Ma soprattutto bisogna saper vincere...