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La sinistra prova orrore per la parola "sicurezza" e si dà alla gazzarra

Caos in Parlamento, caos fuori dal Parlamento, caos in trasferta pure a Bologna. Insomma, caos ovunque, da parte dei soliti noti
di Daniele Capezzone mercoledì 28 maggio 2025

3' di lettura

Gazzarra in Parlamento, gazzarra fuori dal Parlamento, gazzarra in trasferta pure a Bologna. Insomma, gazzarra ovunque, da parte dei soliti noti, contro il decreto-sicurezza. In altro contesto, sarebbe perfino appassionante esaminare la norma pure qui (non solo in Parlamento, dov’è doveroso farlo) articolo per articolo, comma per comma. Ma – ecco il punto – mancano negli interlocutori di sinistra le condizioni minime di buona fede e connessione con la realtà per svolgere un dibattito del genere. Ma davvero – in odio a Meloni e Salvini – qualcuno vuole mettersi a difendere ladre e ladri che si fanno scudo dei bambini? Davvero qualcuno se la sente di offrire ombrelli legali agli occupanti abusivi di case? Davvero – senza nemmeno un filo di autoironia – qualcuno piagnucola perché i “disobbiedienti civili” vanno incontro a conseguenze legali? Roba da ridere: se decidi consapevolmente di violare una norma, dovresti essere il primo a chiedere di pagarne le conseguenze, proprio – dal tuo punto di vista – per sollevare il caso. E invece no: questi prima vogliono fare i fenomeni (bloccando il traffico, fermando auto e treni), e poi però chiamano papà (cioè Pd e sinistra assortita) per ottenere un ombrello protettivo.

IMMIGRAZIONE CLANDESTINA
E allora sta qui – nonostante un turno elettorale indubbiamente positivo per la sinistra – una profonda ragione di sconnessione con i cittadini. Anche perché – ecco il punto – alcuni critici ossessivi del salvinismo e del melonismo non hanno compreso che gli elettori, su tutto ciò che attiene alla sicurezza o, su un altro piano, rispetto al contrasto all’immigrazione illegale, sono molto più duri dei leader che i progressisti definiscono spregiativamente “destra-destra”. Starei per dire che le posizioni più rigide nell’area politica sono quasi “moderate” rispetto a ciò che si sente per strada. Ma non ditelo a chi ha completamente perso il contatto con la realtà. Tempo fa Dan Hannan, un brillante conservatore britannico di scuola thatcheriana che non ammira particolarmente Donald Trump, pur riconoscendone l’energia e la capacità di trasformazione del quadro politico, si è domandato come mai noi, genericamente di centrodestra, tendiamo a perdonare a Trump un po’ tutto, forse troppo, a volte anche toni e linguaggi che non ci farebbero piacere in un amico o in un familiare.

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I PROGRESSISTI ESASPERANO
La risposta mi pare elementare: perché la sinistra ci ha esasperato, e la sola idea che qualcuno faccia impazzire i progressisti ci induce istintivamente a godere e ad applaudire. Il che – forse – non sarà sempre sacrosanto, ma è umanamente comprensibile. Alzi la mano chi non ha provato almeno una volta questo sentimento dalla vittoria trumpiana di novembre 2024 fino ad oggi. Trasportando e trasponendo questa considerazione in Italia, i termini del ragionamento non mutano. E l’irritazione suscitata nella maggioranza degli italiani dalle strillate isteriche della sinistra ogni volta che si sfiora il tema della sicurezza è tale da rendere secondario perfino il dibattito sull’oggetto della contesa. Basta vedere i protagonisti della sinistra, basta sentire le loro prime invettive per capire che è saggio e prudente – istintivamente – collocarsi altrove.

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