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Capezzone, "la parola sparita dalla prima pagina di Repubblica"

mercoledì 11 giugno 2025

2' di lettura

Uno strano mercoledì sui giornali. "Strano a sinistra, perché dopo lo schiaffone referendario i nodi vengono al pettine. O meglio, verrebbero al pettine...", esordisce con sottile ironia Daniele Capezzone nella sua rubrica "Occhio al caffè", la rassegna stampa politicamente scorrettissima di Libero in edicola oggi.

"I numeri farlocchi che erano stati dati nel dopo-voto, 14, 13, 12 milioni! Non erano nemmeno 12 quelli conteggiati per i sì. Ma al di là dei problemi con la matematica - sottolinea il direttore editoriale di Libero - c'è un problema anche di analisi politica. L'Istituto Cattaneo dice che circa un 20% di elettori sicuramente del Pd avrebbe detto no al quesito sull'immigrazione. Non c'è solo dunque il 35% complessivo di no su quel quesito. Il problema, insomma, c'è tutto. E come lo risolviamo il problema? Facendo sparire il referendum. Su La Stampa trovate un richiamo minuscolo in prima pagina, su Repubblica a meno di miei errori la parola 'referendum' in prima pagina nemmeno compare. Quella che fino all'altro giorno era una battaglia di civiltà tra vita e morte, democrazia e dittatura e regime il mercoledì mattina è già sparita dai giornali".

I guai a sinistra non si esauriscono qui: "C'è un problema interno al Pd, con un po' di timidissime voci riformiste, pavide durante la campagna referendaria, che oggi tirano fuori il capino e c'è pure un problema tra il Pd e il Movimento 5 Stelle".

Giornata non trionfale nemmeno a destra: "Il centrodestra aveva tutte le regioni per uscire confortato dal referendum e martedì mattina la premier Meloni era andata all'Assemblea dei commercialisti a dire che ora è il momento del ceto medio e degli alleggerimenti fiscali. Per elementare grammatica politico-istituzionale si sarebbe aspettati che i rappresentanti del MEF dessero seguito all'input della presidente del Consiglio. Invece il ministro Giorgetti e il viceministro Leo sono intervenuti dando l'impressione di spostare in avanti qualsiasi intervento, invocando cautela. Quasi la sensazione di una frenata - puntualizza Capezzone -. E c'è una polemica di Forza Italia verso la Lega contrapponendo il taglio Irpef alla rottamazione, quando le due cose invece starebbero bene insieme, ritirando fuori lo Ius Scholae, un po' stupefacente, e con tensioni forti di Forza Italia e Lupi verso il terzo mandato". 

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