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Pd, è guerra allo zucchero: l'ultima surreale proposta di legge

Proposta di legge di Evi e Furfaro per diminuire il consumo dei cittadini: "sugar tax" a scaglioni, nuove etichette che mettano in guardia gli italiani ed educazione alimentare in tutte le scuole
di Daniele Dell'Orco giovedì 12 giugno 2025

3' di lettura

Dopo anni passati a perdere le elezioni con l’eleganza di un soufflé sgonfio, il Partito Democratico s’è calato così tanto nel personaggio da voler provare a mettere insieme due delle molte cose in cui riesce malissimo: la lotta politica e la pasticceria. Mentre Giorgia Meloni si rafforza (e vista quest’opposizione, si rafforzerebbe anche senza fare nulla), i dem, pur di evitare di farsi un serio esame di coscienza dopo la disfatta referendaria, tornano subito in trincea con un’altra battaglia appassionante. Quella contro lo zucchero. Sì, proprio lui: il dolcificante (grammaticalmente) maschio, (cromaticamente) bianco e visto l’uso social che ne ha fatto a lungo Matteo Salvini nei suoi post, anche un po’ leghista. Quindi, in tutto e per tutto pericoloso emblema della temutissima deriva destrorsa in atto in mezzo mondo.

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Il Pd, quindi, riparte da qui, da una proposta di legge presentata ieri alla Camera e firmata da Eleonora Evi con il prezioso contributo di Marco Furfaro, in effetti campione di acidità, che ricalca tra lìaltro una norma che esiste già, seppur in forma ectoplasmica: introdotta nella legge di bilancio 2020, mai applicata per colpa di proroghe infinite. La scossetta che vogliono darle i dem prevede 7 articoli che prevedono: etichette tipo “super zuccherato” (che suonano più come spoiler ad altissimo rischio glicemico), educazione alimentare obbligatoria dall’asilo e mense scolastiche sotto quarantena nutritiva (massimo 10% di zuccheri). E naturalmente, una sugar tax “a scaglioni”, come se lo zucchero fosse un contribuente da tassare con l’Irpef.

Ma lo spettacolo nello spettacolo è la conferenza stampa di presentazione. Come testimonial della legge, ecco Franco Berrino, già medico dell’Istituto Tumori oggi profeta del “salutismo esoterico” e celebre più per le uscite soft-complottiste che per i meriti scientifici: convinto che la carne sia più cancerogena del fumo, che il latte sia veleno e che lo zucchero... beh, sia Satana in polvere. Ah, e per inciso: sui vaccini è diffidente quanto un sessantenne in coda alla Asl col cappellino di stagnola. Un alleato scientificamente solido, insomma, per un partito che si professa “razionale e progressista”. Nel prossimo decreto, chissà lo chiameranno per spiegare i benefici dell’omeopatia contro l’inflazione.

Accanto a lui, la sempre entusiasta Nataliya Gera, guru del dimagrimento rapido e autrice di “Intensive 21”, un programma per perdere peso in 3 settimane. Il titolo suona come una minaccia da reality show, ma è perfettamente in linea con la proposta: «Mangia meglio, dimagrisci subito e vedrai non voterai più Giorgia». Eppure il tema, se non fosse così poco serio, sarebbe davvero grave: 33 chili di zucchero consumati a testa all’anno in Italia, 90 grammi al giorno, ben oltre il limite del 10% fissato dall’OMS. Quasi il 40% dei bambini è in sovrappeso, il 17% già obeso. Il diabete costa 9,5 miliardi all’anno al Sistema Sanitario Nazionale. La sensibilizzazione, dove funziona (come nel Regno Unito) ha ridotto i consumi, riformulato i prodotti e persino migliorato la salute delle fasce più povere.
Ma il punto è che il Pd, non riuscendo più a competere sul piano politico, ha scelto di combattere nel reparto bevande. Abbandonata l’egemonia culturale, cerca quella alimentare. Sconfitti sui grandi temi – lavoro, scuola, fisco – tentano di vincere almeno una battaglia che sia una, fosse anche contro le bibite gasate. Lì dove non serve il 40%, non servono alleanze, non servono nemmeno le idee: serve solo un’etichetta e un po’ di senso di colpa. È la sinistra al suo stadio terminale: non più “pane e lavoro”, ma “crackers integrali e avocado fair trade”.

E così, mentre il governo si occupa di politica internazionale, giustizia, economia, lavoro e premierato, al Pd non è rimasto altro che rubare le caramelle ai bambini. E non in senso metaforico. Ma per capire i loro fallimenti basterebbe guardare con attenzione gli alleati che si scelgono: vorrebbero vincere i referendum con Fratoianni, Bonelli e Ilaria Salis; combattere il decreto sicurezza con Saviano, la galassia Fanpage e schiere di immigrazionisti; ora per spiegarci come rimetterci in forma ci mancavano un medico che flirta col complottismo e una coach perfetta per inscenare una versione light di “Vite al limite”, con più quinoa e meno sincerità. Forse allora, caro Pd, il consumo di zucchero sarà pure un problema. Ma qui, il vero prodotto da riformulare, sei tu.

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