Guai grossi per il Pd in Toscana. La procura di Firenze ha chiesto gli arresti domiciliari per la sindaca di Firenze, Ilaria Bugetti. L’accusa è di corruzione e nasce nell’ambito di un’inchiesta che ha preso le mosse da un’indagine più ampia della Direzione Distrettuale Antimafia. Ieri mattina gli agenti hanno perquisito la casa della Bugetti - dove le hanno consegnato l’avviso di garanzia e l’invito a comparire davanti al giudice il prossimo 19 giugno - e gli uffici del Comune di Prato, dove è stata sequestrata della documentazione. Nel mirino della Procura ci sono presunti illeciti nei rapporti tra politica e mondo dell’impresa, in particolare quella legata alla criminalità organizzata cinese.
Al centro delle indagini ci sarebberialcuni contratti tra la Bugetti e Riccardo Matteini Bresci, imprenditore pratese nel settore tessile, già arrestato nel 2023 in un’altra vicenda giudiziaria. Secondo gli inquirenti, quando Bugetti ricopriva il ruolo di consigliera regionale (2015-2024), avrebbe favorito interessi imprenditoriali riconducibili a Matteini Bresci in cambio di sostegno, anche elettorale. Gli inquirenti ipotizzano che l’imprenditore abbia contribuito in modo determinante alla sua vittoria elettorale alle amministrative del 2024, quando Bugetti diventò la prima sindaco donna di Prato. Sempre secondo quanto riferiscono gli inquirenti gli episodi sospetti si riferirebbero a contributi economici e supporti elettorali non dichiarati, in cambio di presunti vantaggi amministrativi o protezioni politiche.
Subito dopo la perquisizione è stata la stessa sindaca a diramare un comunicato: «Mi sono messa subito a disposizione degli inquirenti e affronto questo momento con piena fiducia nel lavoro della giustizia. Non mi sottrarrò a nessuna verifica, certa della correttezza del mio operato». Il Pd toscano, e non solo, ha fatto a gara per dare solidarietà alla loro esponente, dimostrando una capacità assolutoria che non ha un’equivalenza quando ad essere sotto la lente della magistratura c’è un esponente del centrodestra. Ad ogni modo da Marco Furfaro a Dario Nardella, passando per il Pd toscano, il coro è unanime: «Conosciamo al sua integrità. Abbiamo fiducia nella magistratura e che Ilaria saprà dimostrare la sua innocenza».
Meno concilianti i toni degli esponenti del centrodestra, a partire dall’europarlamentare leghista Susanna Ceccardi, che a Libero spiega: «Sul piano giudiziario attendiamo che la magistratura faccia il suo corso e ribadiamo il principio, per noi fondamentale, della presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva, anche nei confronti del sindaco di Prato Ilaria Bugetti. Sul piano politico, tuttavia - puntualizza Ceccardi -, il quadro è chiaro: il Pd continua a dare lezioni di moralità agli altri mentre al proprio interno si moltiplicano inchieste e scandali. In questo contesto, non va sottovalutata neppure la possibilità che in Toscana, tradizionale “roccaforte rossa”, si sia consolidato un sistema di potere caratterizzato da intrecci opachi tra politica, affari e gestione delle istituzioni».
Fratelli d’Italia, per bocca del deputato Francesco Michelotti fa sapere che «chiederemo alla Commissione Antimafia di approfondire la questione chiedendo gli atti dell’inchiesta alla Dda». Forza Italia con Erica Mazzetti spiega: «In Toscana esiste un sistema di potere e scambio di favori». I gruppi consiliari del centrodestra, infine, lanciano l’allarme sul «futuro dell’operatività, già discutibile, dell’amministrazione comunale in carica, in questo momento molto delicato».