Ilaria Salis, ecco come incassa 7.500 euro

di Alessandro Gonzatogiovedì 19 giugno 2025
Ilaria Salis, ecco come incassa 7.500 euro
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Le sue prigioni hanno fruttato a Ilaria Salis altri 7.500 euro, che bissano il primo acconto del medesimo importo e si sommano ai circa 18mila euro al mese (8.500 netti di base più benefit e rimborsi) che l’eurodeputata percepisce da quando ha debuttato a Bruxelles indossando una tovaglia a fiori. In un anno scarso il totale si aggira sui 190mila euro. Le sue prigioni in realtà si chiamano “Vipera”, libro in cui il prodigio della Bonelli&Fratoianni narra la detenzione in Ungheria dov’è accusata di aver preso parte al pestaggio di un militante di estrema destra assieme ad alcuni sinceri democratici facenti parte della Hammerbande, la Banda del martello.
Dal sito del parlamento europeo, entrando nella pagina della scrittrice – un misto tra Silvio Pellico, Johann Wolfgang von Goethe e Charles Dickens, anche se Ilaria non è Oliver Twist – leggiamo che la “seconda tranche dell’anticipo” per il pamphlet è stata accreditata a maggio 2025 come “cessione dei diritti d’autore relativi all’opera di cui è autrice” edita da Feltrinelli. I primi 7.500 le erano stati versati poco prima di Natale, lauta tredicesima.

“Vipera” in ungherese significa “bastone telescopico”, quello che secondo lei la polizia di Budapest le avrebbe ficcato nel marsupio per poi accusarla di aver partecipato al pestaggio. Al libro ha contribuito tale Ivan Bonnin, il quale per qualche mese figurava tra gli assistenti parlamentari della Salis. L’altro, più famoso e tuttora a libro paga dell’eurocamera cioè pagato da noi – ma la sua firma nel libro non c’è – è Mattia Tombolini, il quale è assurto agli onori delle cronache per aver esaltato il falò di un fantoccio di Giorgia Meloni.

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Come ricordavamo tempo addietro Sant’Ilaria protettrice delle case altrui nel libro non racconta solo le sue prigioni ma attacca anche il nostro giornale: «Appena prima dello scoccare del silenzio elettorale Libero tira fuori la “notizia” secondo cui esisterebbe a mio carico un debito di ben 90mila euro nei confronti di Aler, l’istituto lombardo che gestisce l’edilizia popolare, per l’occupazione di una casa popolare a Milano. La pretestuosità e la meschinità di questo attacco a orologeria» – il racconto si fa struggente – «sono lampanti». L’eroina degli occupatori abusivi di case aggiunge: «L’intera accusa si basa sul fatto che nel lontano 2008, quando avevo 23 anni, fui identificata una volta all’interno di quell’appartamento...». Intanto Ilaria festeggia perché è slittata di qualche settimana la decisione sulla revoca della sua immunità. Ps: nel libro non c’è spazio per i precedenti dell’autrice, non letterari ma giudiziari. E sì che gli spunti nel casellario non mancano. 

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