Come volevasi dimostrare, la presenza della piccola Ginevra in Canada con sua madre, Giorgia Meloni, ha scatenato gli istinti più bassi di una certa sinistra. Tutto vero. "Un bambino o una bambina che non è figlio o figlia di un parlamentare, che non è privilegiato, che non è figlia della presidente del Consiglio, che non può viaggiare sull'aereo di Stato, durante l'estate dove va? Cosa fa?", chiede il deputato e responsabile Welfare del Pd Marco Furfaro (fedelissimo di Elly Schlein) impegnato nell'iniziativa "Tre mesi senza scuola e centri estivi sempre più cari: un salasso per le famiglie" in cui, alla Camera, sono state illustrate le proposte del Pd. Un attacco assurdo, sbilenco, gratuito, insensato.
E a fargli eco ecco che anche Chiara Braga, altrettanto vicina alla segretaria: "Questo governo, che ha superato il record dei 100 decreti, ignora un tema che riguarda milioni di famiglie in questo periodo e non offre risposte a un bisogno fondamentale di supporto quando le scuole chiudono - ha aggiunto la capogruppo dem -. La risposta del governo Meloni alla domanda che fine fanno i bambini quando chiudono le scuole è, ci si arrangi. E questo vale anche per altri temi come la sanità, le cure, il potere di acquisto e i salari". Insomma, non si fanno scrupoli a tirare in mezzo la figlia Ginevra nella bagarre politica: operazione di bassissimo livello.
Tant'è, dal Pd rilanciano la proposta di legge presentata già lo scorso anno e l'emendamento 'ad hoc' all'ultima legge di Bilancio. Quest'ultimo chiedeva di aggiungere 100mln al Fondo "contributo per le famiglie" oltre la ricostituzione della capienza originaria del Fondo stesso passato da 150 a 60mln negli anni. "La nostra legge prevede un contributo fino a 2400 euro per le famiglie con Isee fino a 25mila euro per i centri estivi - ha spiegato la deputata Michela De Biase -. Questo governo non ha nessun interesse a occuparsi delle famiglie. Le risorse stanziate sono diminuite, il Fondo è ad appena 60mln di euro a fronte dei 150mln originari ma le esigenze dei minori non sono cambiate". Legittima critica politica, in questo caso. Ma Ginevra, cari Furfaro e Braga, che c'entra?