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Gaetano Manfredi, le parole per il Pride di Napoli scatenano la bufera: "Tollerare la diversità"

domenica 6 luglio 2025

2' di lettura

Gaetano Manfredi ne combina una delle sue. In occasione del Pride di Napoli, il sindaco sostenuto da Pd e M5s incappa in uno strafalcione. Il motivo? Alcune parole utilizzate, frasi uscite malissimo. Nel presentare la manifestazione al Comune, il primo cittadino ha parlato di "tolleranza come grande valore di comunità". E spiegato che "in un mondo dove ci sono tanti conflitti, dobbiamo mettere al centro la tolleranza e l’accettazione della diversità". Proprio sul termine "tollerare", le critiche non sono mancate. Ad aprire le danze l'ex sindaco Luigi De Magistris: "Manfredi nel parlare del Pride di Napoli ha detto che bisogna essere tolleranti e sapere accettare la diversità. Dopo queste parole, unite a quelle gravissime su Palestina e Israele – aggiunge -, la vera tolleranza è diventata sopportare ancora prese di posizione di questa portata".

Indignazione anche da parte di Pino De Stasio, consigliere della municipalità 2. "Resto letteralmente basito dalle dichiarazioni del Sindaco Manfredi. Riesumare il termine 'tolleranza', parola che nulla ha a che vedere sui Diritti sacrosanti delle nostre comunità – ha tuonato De Stasio -, fa tornare indietro di decenni le lotte che altre generazioni, e noi stessi, abbiamo intrapreso per sconfiggere, repressioni, omofobie, emarginazioni". Certa terminologia rimanda ad"“un pensiero reazionario". Qualcosa "che deve assolutamente essere censurato dalla comunità dei cittadini napoletani".

Non sono da meno gli attivisti dell’associazione Fatti di Napoletani perbene: "Le parole contano, e questa 'tolleranza' è sbagliata" hanno scritto sulla pagina Facebook dell’associazione. "La tolleranza – prosegue il post – è ciò che si riserva a ciò che si considera diverso, scomodo o fuori dalla norma, qualcosa da 'sopportare' pur senza approvarlo". Al contrario, "le persone LGBTQ+ non sono un’eccezione da sopportare, sono cittadini e cittadine a pieno titolo, parte integrante della nostra città, della nostra cultura, della nostra storia”. Per questi motivi “oggi non chiediamo più concessioni. Chiediamo uguaglianza".

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