Vi sfamiamo noi, venghino venghino, si accomodino dove c’è scritto ufficio di gabinetto del sindaco: Roberto Gualtieri alterna clientele e disastri. L’arrivo – ieri – dell’assestamento di bilancio in Campidoglio, offre la possibilità di squadernare le prodezze dell’amministrazione capitolina, a partire dal numero enorme di dipendenti dello staff del primo cittadino con tanto di trattamento accessorio disponibile per 3 milioni e mezzo di euro: li chiamano, li assumono, li premiano. Noi paghiamo, come si dice. Il foglio Excel segna il numero 222 al bottino di assunzioni presso lo staff del sindaco Gualtieri. L’ultima arrivata come capo segreteria è Giulia Tempesta, ex consigliera comunale, che incasserà 140mila euro l’anno. La delibera di giunta è la 259 del 30 giugno scorso. Ha dovuto sostituire Albino Ruberti, che nel frattempo è diventato direttore generale del Comune. Anche lui ha preso il posto di un altro dirigente, Paolo Aielli, trasferito a comandare in Atac. Ma sono centinaia e centinaia di nomi che non superano alcun concorso, vengono sistemati e retribuiti con cifre molto variabili tra loro. Le loro competenze: assistenza agli incompetenti. Perché altrimenti è davvero difficile spiegare perché esistano svariati incarichi di diretta collaborazione col sindaco per «i rapporti con enti e istituzioni che operano nel territorio di Roma capitale», o quello per «il coordinamento di relazioni, contatti e impegni» sempre con le istituzioni e gli enti di cui sopra; ma non basta: c’è pure un ufficio – come le patatine, non bastano mai – per «attività di supporto nei rapporti con enti e istituzioni operanti nel territorio di Roma capitale». In tre fanno 150mila euro l’anno.
DUPLICAZIONI
In Campidoglio c’è pure bisogno di un ufficio di diretta collaborazione per collegare la segreteria del sindaco e l’ufficio di gabinetto, si vede che non si parlano direttamente. Un altro ufficio si occupa del supporto da offrire al sindaco per i flussi informativi «in correlazione con la figura del portavoce». Sudore copioso. Anche perché le figure sono due, a 57mila euro cadauna. E tante duplicazioni di incarichi simili per assumere tutti quelli che servono... Dei 41 milioni che si prendono dalle tasse dei cittadini per l’ufficio di gabinetto, spiccano 15 milioni per Zetema. Sette milioni se ne vanno per consulenze, ufficio clima - sapete, con questo caldo... - e ufficio decoro, che notoriamente a Roma risalta dai cassonetti ed oltre. In particolare Zetema viene spremuta con il contratto di servizio con il Campidoglio. L’ufficio di gabinetto costa alla partecipata per l’organizzazione di eventi pari a 218mila euro, per un addetto stampa al cerimoniale (45mila annui), per due addetti all’area della comunicazione per 91mila euro. Poi, le cifrone: un milione e seicentomila euro per i servizi di supporto a eventi e manifestazioni (ovviamente senza specificare quali) e un milione e 324mila euro per campagna pubblicitarie. Poi un bel po’ di manifestazioni, i cui conti conosceremo- forse, chissà- a consuntivo: tra queste, l’immancabile Roma Pride; una mostra al Centro Congressi capitolino “La Vaccheria”; vari progetti, una volta intitolati stati generali, una volta dedicati a mostre ed eventi e persino campionati di calcio.
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Poi, nelle carte che i consiglieri leghisti Santori e Politi intendono squadernare in aula nel dibattito consiliare, c’è un po’ di Giubileo. E qui va detta una cosa chiara. Gualtieri si vanta delle opere realizzate però con i soldi del governo. Per quanto riguarda i quattrini spesi dal Comune siamo praticamente al disastro. A pochi mesi dalla fine dell’Anno Santo, le spese dell’amministrazione capitolina per logistica, comunicazione e varie, oltre il 73% delle risorse previste, circa 6,2 milioni di euro, non è stato impegnato. Di un milione stanziato per il supporto tecnico organizzativo, sono stati sborsati appena 391mila euro. Nulla di nulla nonostante lo stanziamento di 740mila euro per le spese legate ad eventi e alla logistica giubilare (la Chiesa mica è l’Europa...), idem per il materiale promozionale comprensivo di gadget a ricordo. Oltre a tutto il resto. Il che lascia pensare ad un’azione davvero insufficiente. Insomma, il sindaco di Roma stanzia qualcosa, inaugurale opere finanziate dal governo, butta i soldi che non sa spendere. È questo il futuro di Roma?
La sensazione è che le prossime giornate in Campidoglio saranno davvero torride. Dall’opposizione – anche Fdi ha cominciato a far sentire la sua voce sulle spese dell’amministrazione di Roma – non ci saranno sconti. Per Santori e Politi, in particolare, c’è «una gestione clientelare delle risorse» e in particolare chiedono che «si riducano le spese del gabinetto del sindaco e si metta fine allo sperpero di denaro pubblico». Insistono i consiglieri del Carroccio: «Roma ha bisogno di trasparenza, equità e buonsenso: stop a consulenze, incarichi e passerelle autoreferenziali».