Nuova bufera politica nella Capitale. La decisione del Comune di Roma, guidato dal sindaco Pd Roberto Gualtieri, di vietare l'affissione dei manifesti della Lega legati al Decreto sicurezza ha acceso uno scontro frontale tra l’amministrazione capitolina e il partito di Matteo Salvini. Già, c'è puzza di censura politica. Al centro della polemica le immagini contenute nei manifesti, ritenute da Roma Capitale “pregiudizievoli sotto il profilo etnico”.
La Lega ha risposto duramente, accusando il Comune di un atto di censura e di violazione della Costituzione. In una nota ufficiale, il Carroccio denuncia: "La scelta del Comune di Roma di vietare i manifesti della Lega sul Decreto sicurezza è grave, inaccettabile e incostituzionale. Secondo il Campidoglio, i manifesti sono da censurare perché nelle immagini create artificialmente ci sarebbero 'una persona di etnia rom' pizzicata a delinquere in metro e 'una persona di colore, una di etnia rom e una persona “alternativa”' nel manifesto sulle occupazioni abusive".
Il partito ha quindi richiamato esplicitamente l’articolo 21 della Costituzione italiana sulla libertà di espressione, riportandone integralmente il testo nella nota: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
Il comunicato continua con una sfida diretta all’amministrazione Gualtieri: "Sfidiamo il Campidoglio: pubblichi le statistiche sui furti in metro o delle occupazioni abusive. La Lega solleverà la questione in tutte le sedi istituzionali ed è pronta a manifestare per difendere la libertà di espressione. L’alternativa alle immagini artificiali è la pubblicazione di immagini vere, pur consapevoli che il Pd, a Milano, era insorto invocando il divieto di filmare le borseggiatrici nella metro. Non c’è bavaglio che tenga: la Lega è ed era sempre al fianco delle vittime e delle Forze dell’Ordine."
Oltre alla nota, la Lega ha diffuso una serie di video e fotografie che vanno a confermare in modo inequivocabile la bontà e la legittimità di quanto mostrato nei manifesti censurati. Il partito rivendica la natura “documentaristica” del proprio messaggio e la volontà di rappresentare fenomeni di criminalità e degrado urbano che, a loro dire, colpiscono ogni giorno i cittadini. Dal Campidoglio e da Gualtieri, per ora, nessuna replica ufficiale. Il caso promette di proseguire anche nelle aule parlamentari e nei tribunali, con la Lega determinata a trasformare quello che definisce un “atto di censura politica” in una battaglia nazionale sulla libertà di espressione.
I MATERIALI DIFFUSI DALLA LEGA
- Il video della rom che sostiene che "il mio lavoro è rubare": clicca qui per guardarlo
- Le foto dei servizi di Striscia la Notizia sulle rom borseggiatrici