Quelle foto di Ilaria Salis sul suo profilo Instagram assomigliano a impronte digitali rosse sugli incidenti di domenica contro la Tav. Con lei, incredibilmente, Patrick Zaki, tra i protagonisti dell’assemblea che ha eccitato l’estremismo. Accanto, un po’ di bancarelle, libri e persino una bandiera palestinese che con la Torino-Lione c’entra davvero poco. La Salis e Zaki hanno partecipato ad un dibattito moderato da chi se ne intende: Dana Lauriola, attivista tra i leader di Askatasuna, il centro sociale di corso Regina Margherita che il Comune di Torino vuole “legalizzare” ed è sempre in prima fila ad aizzare contro lo Stato. La Salis non le ha mandate a dire e ha portato il solito soccorso rosso. Sembrava una poesia: «Come resistere alla prigionia in Ungheria l’ho imparato da voi in Valsusa», ha detto, tanto per guadagnrsi l’ovazione. E ha aggiunto, la deputata europea arrivata a Strasburgo dalla galera: «Mi vergogno, oggi, di essere italiana dopo quello che ho visto nei penitenziari che ho visitato.
E il Cpr di Torino è un posto disumano». Di qualcosa si vergogna, dunque, ma non delle sue condanne in Patria. Ovviamente, nessuno le ha chiesto una sola opinione su quanto accaduto al cantiere di Traduerivi, invaso e con i mezzi dati alle fiamme. A farle da spalla, il redivivo Zaki, che si è messo ad attaccare Salvini: «Il leader della Lega sbaglia a supportare un criminale», con riferimento a Netanyahu. Che cosa c’entrasse con la protesta violenta del NoTav non è dato di sapere. Va anche detto, però, che stavolta da sinistra qualcuno ha preso le distanze. Il sindaco di Torino, Lorusso, l’ha detta giusta: «Quanto accaduto in Val di Susa è gravissimo e va condannato con fermezza. Non è accettabile che la protesta sconfini nella violenza e in danneggiamenti che colpiscono tutta la collettività. Desidero esprimere la mia piena e totale solidarietà alle forze dell’ordine coinvolte. La violenza è da condannare, sempre, e non ha nulla a che vedere con la volontà di manifestare pacificamente le proprie idee».
Proprio Salvini ha fatto di meglio, effettuando un sopralluogo al cantiere di San Didero, dedicato alla linea ad Alta Velocità Torino-Lione. È uno dei cantieri assaltati dai No Tav. Salvini «ha voluto andarci di persona per esprimere solidarietà e apprezzamento ai lavoratori e alle forze dell'ordine», ha fatto sapere la Lega. Il vicepremier ha anche detto quanto sia «incredibile come nell’anno del signore 2025, sul fronte italiano ci siano fra polizia, carabinieri, esercito, 418 militari a proteggere gli operai che fanno il loro lavoro». «Penso che non sia degno di un Paese civile, dover schierare l’esercito» ha aggiunto. Poi, a chi gli ricordava che il tribunale di Torino non ha riconosciuto l’associazione a delinquere per i No Tav il leader della Lega ha risposto: «Non so se siano francesi spagnoli tedeschi, sono criminali. E questa gente non dovrebbe più poter mettere piede in Italia. Se sono italiani il carcere è il loro posto non l’autostrada, sono dei delinquenti, dei teppisti». Anche il presidente dei senatori di Forza Italia, Gasparri, ha manifestato solidarietà alle forze dell’ordine, chiedendo l’applicazione decisa delle norme contenute nel decreto sicurezza.
Preoccupazione è stata espressa anche dalla vicepresidente della regione Piemonte, Elena Chiorino, esponente di Fdi: «Ancora una volta una frangia estremista del movimento No Tav ha dato prova del proprio volto reale: quello della violenza, del disprezzo per la legalità, dell’odio verso lo Stato. Sono atti criminali, veri e propri attacchi contro chi ogni giorno lavora per garantire sicurezza e sviluppo a questo territorio. A questi professionisti del disordine va tolta ogni forma di giustificazione».