Al centro del dibattito politico la rabbia di Giorgia Meloni per il caso Almasri, per il quale sono stati coinvolti dalla giustizia il guardasigilli Carlo Nordio ed il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Al contrario della premier, per la quale è stata avanzata la richiesta di archiviazione. Una decisione, quella del tribunale dei ministri, definita “politica”, perché di fatto sottolinea l’incapacità della Meloni di tenere in mano un governo che agisce a sua insaputa e ne mina la credibilità. Di questo si parla a In Onda, il talk di approfondimento estivo di La7, condotto da Marianna Aprile e Luca Telese. Ospite in studio è Nicola Fratoianni, leader di Alleanza Verdi e Sinistra, che come sua consuetudine spara ad alzo zero contro Giorgia Meloni. E le spara grossissime.
Fratoianni parte in quarta: “La Meloni s’indigna, afferma ‘i miei ministri non potevano certo decidere qualcosa senza la mia autorizzazione e la mia valutazione politica’… Ci sta dicendo allora che hanno fatto una scelta politica, ciò che noi avevamo detto dal primo minuto. Anche questo conferma che c'è qualcosa di malato in tutto questo, va oltre il merito che già basterebbe. Se tu liberi uno stupratore di bambini, un criminale di guerra, un criminale contro l'umanità secondo la Corte Penale già non va bene. Ma se poi fai questo mentendo al Parlamento e al Paese la cosa è più seria, enorme e un Paese normale, al di là del lavoro della magistratura, dovrebbe già dire che queste figure dovrebbero cambiare mestiere”, alza l'asticella dell'estremismo.
Almasri venne arrestato a Torino nei pressi dello Juventus Stadium, al termine della partita Juventus-Milan il 19 Gennaio. Due giorni dopo, però, venne rilasciato su disposizione della Corte d’Appello per un errore di procedura. In sostanza, la Corte penale internazionale non aveva trasmesso gli atti al Guardasigilli Nordio. Così, Almasri venne messo su un volo di Stato e rimpatriato in Libia.