I progressisti stavolta stanno a destra e contro il progresso si scaglia la sinistra. La divisione impazza sul Ponte dello Stretto di Messina, arrivato finalmente al crocevia decisivo. Ora manca il passaggio della Corte dei Conti entro un paio di mesi e poi l’opera potrà partire con tutti i passaggi previsti per legge. Schiumano rabbia a sinistra, infuriati contro la determinazione del governo e in particolare del ministro Matteo Salvini, che ha fortemente voluto lottare per l’obiettivo Ponte. Ieri sera il vicepremier è volato a Messina, accompagnato dal suo vice Claudio Durigon, alla riunione del direttivo regionale della Lega convocato dal leader siciliano Nino Germanà; stamattina il bis a Reggio Calabria, con il segretario regionale Mancuso e i suoi dirigenti. I leghisti sono consapevoli del passaggio storico e accompagnano il loro capo in un percorso che profuma di vittoria. Agli oppositori del progetto non resterà che sfogarsi sabato prossimo a Messina con un corteo sotto il sole cocente a 33 gradi, secondo le previsioni del tempo. Meglio il mare. L’annuncio del sottosegretario Alessandro Morelli, - «il Cipess approva» – ha restituito il sorriso a tutta la maggioranza di centrodestra, fiera di una realizzazione a lungo attesa e di cui ora si comincia a vedere la prospettiva.
A far da contraltare un’opposizione infuriata a partire dai Cinque stelle: da Conte, in particolare, un video social rancoroso. Quasi a dispiacersi che altri siano i protagonisti di questa pagina e non lui. Molto bello, invece, il post su Instagram che Marta Fascina, parlamentare di Forza Italia, ha voluto dedicare a Silvio Berlusconi. Nel video, il leader azzurro definiva l’opera «indispensabile per unire il nostro Paese». E indicò il Ponte agli italiani come obiettivo, alla vigilia delle elezioni politiche del 2022. Significativa la dedica della sua compagna: «A te amore mio, che lo hai pensato, che lo hai sognato, che lo hai promosso». A corredo, un cuore lasciato come commento da Francesca Verdini, fidanzata di Salvini.
Ad un’infrastruttura destinata a fare storia dell’Italia, risponde col massimo del livore la sinistra che è incapace di cessare le ostilità nemmeno di fronte ad una grande realizzazione. Pazienza: lo facevano anche con le prime autostrade, ricorda un economista del valore del professore Antonio Rinaldi... Si sono esibiti – i progressisti a chiacchiere – nella fiera delle cialtronate e del benaltrismo contro il governo. Come al solito, le polemiche sui costi, su quello che «invece bisognerebbe fare», mai interrogandosi perché al governo quando c’erano loro non facevano mai quello che pretenderebbero adesso.
Buffa anche la protesta del Codacons contro il pedaggio previsto per l’opera, ad appena dieci euro. Per il Pd si tratta di «un’opera inutile e che penalizza il sud», come se nei progetti non siano previste realizzazioni infrastrutturali per Calabria e Sicilia. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Il Pd calabrese vede nel Ponte persino una subalternità di Giorgia Meloni a Salvini: la castroneria è del segretario regionale dem Irto. Tra i contestatori non poteva mancare la Cgil, per la quale evidentemente «sono altre le priorità».
Chissà se assisteremo a scioperi generali contro un ponte di rilevanza mondiale. Scatenati i soliti Fratoianni e Bonelli, che straparlano di «gigantesco buco nero» e di «colossale spreco di risorse pubbliche». Non si interrogano sul lavoro che porterà, ma d’altronde erano in curva ad applaudire il reddito di cittadinanza. E a proposito merita una segnalazione la senatrice Barbara Floridia, presidente M5s della commissione di vigilanza Rai, per la quale «è necessario che ogni pezzo di questa storia, ogni attività legata al ponte, sia osservata, documentata, denunciata. Vi chiedo: inviatemi tutto. Foto, video, segnalazioni. Ovunque partano lavori, rilievi, sopralluoghi. Dobbiamo sapere. E loro devono sapere che saremo lì a controllare ogni passo che faranno». Non serve commentare...