"Il leader di un Paese democratico non ha paura della stampa e sa che è suo dovere interloquire con tutti i giornali": la sinistra all'attacco di Giorgia Meloni per il fuorionda alla Casa Bianca in cui la si sente dire al presidente americano Donald Trump che "non voglio mai parlare con la mia stampa". Tra gli esponenti di sinistra che subito si sono scatenati contro la premier c'è il leader di Azione Carlo Calenda, che su X ha sentenziato: "Dire 'io non voglio mai parlare con la stampa italiana' a un aspirante autocrate che compila quotidianamente liste di proscrizione dei giornalisti è ancora più grave. Pessima figura".
Alla polemica spiccia si è unito anche Riccardo Magi, segretario di Più Europa, che pur spendendo parole positive per il multilaterale tra Trump, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i leader europei, comunque non ha potuto fare a meno di puntare il dito contro la presidente del Consiglio: "L'Oscar come peggiore protagonista ovviamente va a Giorgia Meloni, che in un indegno fuori onda ha confermato a Trump il suo totale disprezzo per la stampa e la libertà di informazione: d'altronde abbiamo ben capito che Meloni vorrebbe giornalisti compiacenti e stampa adulante".
"Il fuorionda con Trump è chiarissimo: Meloni non regge il confronto con le domande, cioè con la democrazia - ha dichiarato la senatrice di Italia viva, Silvia Fregolent -. Un premier che scappa dai giornalisti scappa anche dai cittadini. Altro che patriota coraggiosa: Meloni si sente al sicuro solo nei monologhi registrati e nelle dirette social".