Discussioni e battibecchi ieri sera, sabato 13 settembre, a Torino fra il ministro Paolo Zangrillo, esponente di Forza Italia e ministro del governo Meloni, e il pubblico della Festa dell'Unità. Zangrillo era stato invitato a un incontro con Anna Rossmando sul tema della cittadinanza. Gli animi si sono riscaldati quando il ministro ha affrontato il tema della sicurezza a Torino, soffermandosi sulla situazione di Corso Giulio Cesare, dove ha detto di avere "vietato alla figlia di andare", e ha sostenuto che "l'unica cosa che ha fatto il sindaco per le periferie è stato legalizzare Askatasuna". Fra i presenti non c'erano militanti del centro sociale, ma si sono comunque alzate voci contrarie. A un contestatore che gli chiedeva di CasaPound il ministro ha detto "stia tranquillo che penseremo anche a quello". Botta e risposta ci sono stati anche su altri argomenti, con tanto di "si vergogni" e "no, si vergogni lei". Uno dei presenti, di età avanzata, ha gridato al ministro "siete sempre quelli dell'olio di ricino".
E dire che in un primo momento il dibattito era stato piuttosto civile. "La nostra proposta di legge sulla cittadinanza verrà presentata al Parlamento quando potremo esprimere una posizione in cui si riconoscono anche i nostri alleati. Per me il tema è importante, anzi cruciale, ma gli italiani non lo avranno prioritario, come ha dimostrato l'esito del referendum", aveva detto Zangrillo.
"Gli altri due partiti che compongono la maggioranza di governo - ha sottolineato - sono i nostri compagni di viaggio da trent'anni. Il nostro non è un semplice cartello elettorale: siamo partiti diversi con sensibilità diverse, è vero, ma condividiamo gli stessi valori. Discutiamo, a volte litighiamo, ma alla fine arriviamo sempre a risultati in cui ci riconosciamo tutti insieme. Oggi l'intesa sulla cittadinanza non c'è ancora. Ma non è strano. Stiamo semplicemente lavorando per arrivare a una proposta condivisa. È il nostro metodo di lavoro". Rossomando aveva detto di "rimproverare" alla maggioranza il fatto che "su alcuni argomenti non si può discutere in Parlamento" e che una proposta come quella sulla cittadinanza andrebbe "calendarizzata e discussa così come è stato fatto per il Ddl sul femminicidio".