Suona l'allarme al Nazareno. Adesso nel mirino c'è finito Stefano Bonaccini. Una resa dei conti inaspettata che arriva nel momento più critico del partito che guarda alle campagne elettorali per le regionali. Nel Pd infatti i riformisti della minoranza interna esprimono forte irritazione per il timing della direzione nazionale, convocata dopo sette mesi dall'ultima riunione vera (escluse quelle tecniche come l'approvazione del bilancio). L'unico punto all'ordine del giorno è la "relazione della segretaria", Elly Schlein, in un momento critico: a pochi giorni dalle decisive elezioni regionali nelle Marche. I critici ritengono che questa scelta eviti deliberatamente dibattiti su temi spinosi, come la linea del Nazareno (la segreteria) in politica estera o interna, proprio quando nessuno oserebbe contestarla pubblicamente.I riformisti avrebbero preferito la convocazione prima del sostegno ai referendum Cgil sul lavoro (falliti per quorum mancato) o prima della decisione di allearci con il M5s alle regionali. Un senatore dem della minoranza lamenta che non sarà un'arena per "sollevare temi politici", ma solo un "passaggio motivazionale" senza confronto reale.
Lo stesso vale per l'area Energia Popolare, guidata da Stefano Bonaccini, che raduna gran parte della minoranza: ma l'ex presidente dell'Emilia-Romagna è ora "nel mirino". All'ultima riunione dell'area, Bonaccini non si è presentato, scatenando critiche per la sua "linea morbida" verso la segreteria.
Non è emerso un documento finale, come auspicato dai più duri, e il coordinatore Alessandro Alfieri ha rinviato il confronto.Domani, molti esponenti di Base Riformista – da Lorenzo Guerini a Filippo Sensi, Lia Quartapelle, Marianna Madia, Giorgio Gori e Pina Picierno – diserteranno la video call preparatoria con Bonaccini, definendola "solo una chiacchierata" inutile se la direzione non prevede dibattito. Si tratta di scelte individuali, non coordinate (Simona Malpezzi parteciperà comunque). I riformisti accusano Bonaccini di connivenza: come presidente del Pd, avrebbe potuto imporre la convocazione prima, evitando rinvii che sospettano siano concordati con Schlein per eludere discussioni su politica estera e ruolo della minoranza. "Siamo gli unici a sollevare questioni politiche contro il Nazareno", rivendicano, sottolineando la loro centralità nel partito. Questa tensione interna rischia di acuire le divisioni, proprio alla vigilia di appuntamenti elettorali chiave.