"Le pare normale?". L'ultima frontiera di Elly Schlein e del Pd: gridare alla democrazia a rischio anche per il viaggio a New York della premier. Giorgia Meloni il 24 e 25 settembre parteciperà all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che discuterà della drammatica situazione in Medio Oriente. Gli Stati Uniti hanno già posto il loro veto sulla bozza di risoluzione dell'Onu che chiedeva un cessate il fuoco a Gaza. La situazione è incandescente, ma in Italia siamo alla farsa.
Dopo aver scatenato i suoi deputati contro i banchi di maggioranza e governo, con i colleghi del centrodestra "colpevoli" di aver applaudito l'approvazione alla Camera della riforma della giustizia, la segretaria dem ha annunciato il blocco dei lavori a Montecitorio finché il governo non riferirà in aula sulla sua posizione riguardo alla Palestina. Ma non basta.
Schlein fa insorgere Fdi: "Parole gravi e pericolose sul blocco in Aula", il caso deflagra
"Continuiamo a insistere davanti a un governo che continua ad usare solo parole di circostanza mentre nei fatti fre..."Abbiamo una maggioranza che nega il confronto in Parlamento, anche quando i tank entrano a Gaza - tuona la Schlein da Pergola, dove ha partecipato a una iniziativa elettorale a sostegno del candidato del centrosinistra a presidente delle Marche, Matteo Ricci -. Giorgia Meloni sta partendo per New York e le pare normale che nessuno sappia, che il Parlamento non abbia potuto discutere, quale posizione terrà il governo italiano sulla discussione a New York sul riconoscimento dello Stato di Palestina, dove dieci paesi, tra cui la Francia, riconosceranno lo Stato di Palestina?".
Elly Schlein ferma la Camera nel nome di Gaza
Non nascondono nulla. Il piano è chiaro: paralizzare l’Italia nel nome di Gaza. Ieri la Cgil, lunedì..."Non è normale - insiste la leader dem - che abbiamo appreso dai giornali che Fitto, che peraltro non è lì a rappresentare né il suo partito, né il suo governo, è uscito dalla discussione sulle sanzioni proposte dalla Commissione europea contro il governo israeliano e contro i crimini che sta perpetrando a Gaza e in Cisgiordania. Noi abbiamo chiesto un confronto in Parlamento con la presidente del Consiglio e di votare impegni precisi, perché non è possibile e non è democratico che non sappiamo ma apprendiamo solo dai retroscena la posizione del governo italiano sulle sanzioni a Netanyahu e al suo governo e sul riconoscimento dello Stato di Palestina, in discussione e in votazione in questi giorni a Bruxelles e Copenaghen".