A Pontida va in scena il Roberto Vannacci-bis. Dopo l'infuocato intervento di sabato del generale davanti ai giovani della Lega riuniti sul Pratone, è Luca Zaia, governatore uscente del Veneto, domenica mattina a chiamare in causa l'europarlamentare: Vannacci, spiega il Doge, "può essere un valore se fa il leghista. In Lega abbiamo un sacco di persone in gamba, i segretari si scelgono nei congressi e coinvolgono il popolo della Lega", ha poi aggiunto.
Quindi sale sul palco proprio il generale, e il leghista lo fa sì, ma a modo suo, e con parole d'ordine e toni differenti da quelli del presidente della Regioen Veneto. Prima cita la poesia di Giovanni Berchet "Il Giuramento di Pontida" sulla formazione della Lega Lombarda contro Federico Barbarossa, quindi arringa la folla. "Ce ne freghiamo se ci chiamano estremisti, loro ci chiamano estremisti ma i veri estremisti sono loro". Il vicesegretario incalza sinistra e Unione europea: "Lo straniero non è quello per cui vorrebbero farci spendere 800 miliardi in armi - ha incalzato, tra gli applausi della folla -. Lo straniero ci ha già invaso, è quello dei porti aperti, quello che stupra, violenta, ruba e rapina e ci vuole imporre la sua cultura. A questi signori che non rispettano le nostre leggi e che entrano illegalmente nei nostri confini c'è solo un futuro remigrazione".
"Non ci rassegniamo alla società multiculturale, alla società meticcia, alla islamizzazione delle nostre città - prosegue Vannacci -. Non regaliamo nulla a chi non rispetta le nostre norme, le nostre leggi, per questi signori c'è solo un futuro: remigrazione". "Ce ne freghiamo se ci chiamiano estremisti, perché diciamo che chi delinque deve finire in galera, perché non giustifichiamo il reddito di cittadinanza e il pane ce lo guadagnamo col sudore e il sacrificio. I veri estremisti sono loro, che giustificano la criminalità con la scusa della redistribuzione e della giustizia sociale, o che vogliono impedirci di servire il prosciutto nelle scuole, che chiamiamo risorse persone che non pagano le tasse e si appropriano dello Stato sociale o che attribuiscono un valore diverso alla vita delle persone, sulla base delle idee come hanno fatto con Charlie Kirk". Il generale ha poi concluso con un attacco alle istituzioni europee: "Le leggi approvate dal Parlamento italiano non possono essere stravolte da quattro giudici che poggiano le loro naticucce sulle poltrone comode di Bruxelles: padroni a casa nostra".