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Angelo Bonelli, l'ultima balla: ecco la verità sulla "revoca del visto"

di Tommaso Montesanodomenica 21 settembre 2025
Angelo Bonelli, l'ultima balla: ecco la verità sulla "revoca del visto"

(Ansa)

3' di lettura

Ma quale «visto revocato»: ad Angelo Bonelli è stato semplicemente annullato perché non più necessario per l’ingresso in Israele l’Electronic Travel Authorisation (Eta). Al leader di Avs, come tutti i parlamentari in possesso di un passaporto di servizio per la durata del mandato, non serve più chiedere l’Eta. Ecco perché al deputato, lo scorso 18 settembre, è stata notificata la revoca del documento.

Un passo indietro. Sui social, e in alcune interviste, questa settimana Bonelli uno dei sostenitori più accesi della causa di Gaza (ha fondato a Londra l’Alleanza globale per la Palestina insieme al britannico Jeremy Corbyn e al greco Yanis Varoufakis) - ha denunciato di essere stato preventivamente respinto da Israele in vista della sua prossima missione in Cisgiordania, in programma a ottobre. Su X, uno dei due leader di Avs ha lamentato di essere stato bloccato dall’ufficio immigrazione del governo israeliano: «Israele mi ha revocato il visto di ingresso nel Paese. Non potrò andare in Cisgiordania e nei territori palestinesi! La democrazia di Netanhayu è questa: fermare chi critica la pulizia etnica in corso o uccidere i giornalisti per impedire che sia documentato l’orrore a Gaza».

Gli stessi toni il leader di Avs li ha usati a RaiNews24: «A me e a tutta la delegazione di Avs che ad aprile era stata in Cisgiordania, è stato revocato il visto. Non è stata fornita alcuna motivazione: un revoca secca, che dimostra che il governo israeliano non vuole assolutamente né testimoni, né critici. Non si vuole che venga documentato l’orrore di questa guerra».

Peccato- per lui e Avs- che le cose non stiano così. Secondo quanto ricostruito da Libero, a Bonelli sarebbe stato revocato non il «visto», ma - appunto - l’Eta, una sorta di autorizzazione che prima di entrare in Israele dall’inizio del 2025 dovevano chiedere tutti coloro sui quali non grava l’obbligo di ottenere il visto di ingresso (tra cui i cittadini italiani). Si tratta di un “via libera” che si chiede tramite app, dal costo di 5 euro e che vale anche come tassa di ingresso nello Stato. A Bonelli questo documento è stato effettivamente rilasciato lo scorso 17 aprile, in occasione di una precedente missione in Cisgiordania insieme ad altri parlamentari di Avs. Un altro Eta è stato concesso, a gennaio, all’ex presidente della Camera, e attuale deputato del Pd, Laura Boldrini.

Si è trattato, tuttavia, di una cautela burocratica in più - suggerita dalla stessa ambasciata d’Israele a Roma - visto che i titolari di passaporti diplomatici e di servizio (come appunto i deputati, i senatori e i parlamentari Ue) sono esentati dal richiedere l’Eta. Una cautela dettata dalla confusione che si era registrata nei primi mesi di entrata in vigore della nuova procedura. Una volta entrato a regime il meccanismo, l’Eta concesso a suo tempo ai parlamentari è stato revocato perché non più necessario: Bonelli e gli altri rappresentanti politici possono utilizzare, per raggiungere lo Stato ebraico, il loro passaporto di servizio.

Tutto risolto, dunque, ai fini dell’ingresso della delegazione di Avs in Israele? Non proprio. Gerusalemme, infatti, come ogni Nazione, può sempre indicare lo stesso Bonelli - o altri - «persona non grata» (espressione latina, la traduzione, intuibile, è «persona non gradita») alla frontiere e impedirne così l’accesso in base all’articolo 9 della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche. Proprio come accaduto di recente ai danni di alcuni deputati britannici e francesi, respinti all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv.

Interpellato da Libero, in serata Bonelli replica: «C’è una mail che parla chiaro. Con il passaporto diplomatico non si può entrare, penso che lo sappiate. Israele può dire quello che vuole, del resto sostiene che a Gaza non c’è carestia. Non ho altro da aggiungere».

Anche ieri il leader di Avs non ha mancato di attaccare lo Stato ebraico: «A Gaza è in corso un genocidio, senza ombra di dubbio. Discutere ancora se si possa parlare o meno di genocidio è incredibile, mentre vediamo le immagini di bambini e famiglie sterminate dalle bombe». Al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, Bonelli ha continuato a chidere di revocare «subito la cooperazione militare con Israele» e approvare «sanzioni, come l’Europa ha fatto con la Russia. Non possiamo continuare con un doppio standard che volta le spalle al popolo palestinese».

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