"Dovrebbe fare un atto di umiltà. Dire: ho fallito, proviamo a leggere dentro questo movimento quali sono le istanze, autoriformarsi e costruire, essa sì, uno sbocco politico": Fausto Bertinotti, intervistato da La Stampa, lo ha detto a proposito della sinistra e dei movimenti per Gaza. Riferendosi alle piazze pro Pal, l'ex presidente della Camera ha spiegato che "sinistra e sindacato non le hanno viste arrivare. Questa generazione è stata letta per mesi come una generazione di indifferenti. Poi gli stessi diventano i protagonisti di un movimento con un successo di partecipazione".
Parlando delle manifestazioni per Gaza, Bertinotti ha detto che rappresentano "una doppia novità. Sono grandi manifestazioni di una nuova generazione politica, la generazione Gaza. E il processo è prevalentemente spontaneo, altra differenza rispetto al passato". E ancora: "Qui non c’è una centrale o un soggetto. Il movimento è carsico: si costruisce, si dissolve, si ricostruisce". In ogni caso, ha sottolineato, gli episodi di violenza "richiedono una condanna e una critica radicale proprio perché non hanno nulla a che fare col movimento".
Con queste manifestazioni, secondo l'ex presidente della Camera, "siamo di fronte alla rottura del canone. Da un lato la Flottila, dall’altro le piazze per Gaza. Con una differenza tra destra e sinistra. La destra, forte nel mondo di sopra, se la gioca col riflesso d’ordine, aggravato da una svolta trumpiana nella destra italiana. La sinistra politica è debole in quanto prigioniera della sua dimensione istituzionale. Sta con la Flotilla e con le manifestazioni, ma ci sta da 'avvocato difensore' e non da protagonista".