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Il Centrodestra trova i nomi per le tre regioni al voto

Il vicesegretario leghista per il dopo Zaia. In Campania si va verso il vice di Tajani agli Esteri, mentre in Puglia correrà l’imprenditore indicato da FI
di Pietro Senaldi sabato 4 ottobre 2025

4' di lettura

Habemus Sud. La vittoria di Francesco Acquaroli nelle Marche sblocca le candidature di Campania, Puglia e naturalmente Veneto. Le tre forze principali della maggioranza calano un asso a testa. Il nome di Alberto Stefani, il giovane deputato vicesegretario federale della Lega e segretario regionale del partito come successore di Luca Zaia è sul tavolo da tempo. Incerta fino all’ultimo è stata la partita. A sostenerlo avrà niente meno che il governatore uscente, candidato come capolista. Aperta fino all’ultimo è invece la partita per la Campania, dove Fratelli d’Italia ha deciso di giocare in prima fila. Prima di intestarsi la Regione, dove la battaglia parte in salita, i meloniani hanno voluto aspettare che si incastrassero tutte le caselle, in modo che nessuno degli alleati avanzasse debiti o crediti rispetto agli altri. Poi sono andati sul nome che ha sempre aleggiato come il favorito negli scorsi mesi. Non è ancora ufficiale ma si va verso il viceministro agli Affari Esteri, il generale Edmondo Cirielli. A lui, che ha insistito a candidarsi al posto del prefetto di Napoli, Michele Di Bari, il presidente del Consiglio avrebbe chiesto di sfilarsi dall’esecutivo e restare a guidare l’opposizione sul territorio in caso di sconfitta, a dimostrazione della serietà dell’approccio alla sfida.

SONDAGGI
L’alto ufficiale dei carabinieri, capo di Fdi in Campania, è dato dai sondaggisti otto punti avanti rispetto a quelli che erano gli altri potenziali sfidanti di Roberto Fico, il grillino candidato del campo progressista.
Certo, anche lui parte in svantaggio, sembra di circa otto punti, anche a causa del ritardo nella scelta, ma la distanza, per quanto marcata, non è incolmabile. «Il centrodestra non dia per persa la Campania» ha confidato a Libero Roberto Occhiuto, il governatore della Calabria che domani affronta le elezioni contro un altro grillino, Pasquale Tridico.«Il modello di M5S per il Sud, tutto assistenzialismo, è fermo a vent’anni fa, ma il Meridione è cresciuto e non vuole la carità» ha detto l’esponente di Forza Italia, augurandosi una sua vittoria che faccia da traino anche a Cirielli. In effetti, il profilo del viceministro è antitetico a quello dell’ex presidente della Camera di M5S: un uomo delle istituzioni contro un ex disoccupato, precipitato nelle istituzioni dopo aver preso il biglietto vincente della lotteria e da esse riscaricato, fino al riciclo ottenuto dopo anni di umile militanza al servizio di Giuseppe Conte.


La candidatura di Cirielli, che sbarrerebbe la strada a quella del figlio Italo in Consiglio regionale, indica la volontà di Fdi e della maggioranza di dare battaglia, sfruttando le divisioni del campo largo campano. Ha prevalso alla fine su Giosy Romano, avvocato amministrativista vicino sia a Forza Italia sia al Commissario Ue Raffaele Fitto, già forzista e da tempo ai vertici di Fdi.
La battaglia è dura ma non impossibile. È cosa nota che il governatore uscente del Pd (a modo suo), Vincenzo De Luca, non ha digerito il veto di Elly Schlein alla sua ricandidatura e cannoneggia Fico quotidianamente, dandogli dell’incompetente, accusa difficilmente contestabile. Ma il Pd stesso è diviso al suo interno, perché per ottenere questo via libera molto singolare da parte di De Luca, la segretaria ha dovuto consegnare la segreteria regionale a Piero, il figlio del governatore, disgustando i suoi fedelissimi sul territorio, l’eurodeputato Sandro Ruotolo e l’onorevole Marco Sarracino. In più c’è l’universo centrista, che va dall’immortale Clemente Mastella a tutti gli ex diccì diventati deluchiani fino ai riformisti legati all’europarlamentare Pina Picierno, per i quali il candidato grillino è una sciagura.

LA SFIDA
Sul fronte pugliese invece toccherà a un civico, indicato da Forza Italia. Anche lui non è ufficiale, ma si tratta di Luigi Lobuono, ex editore della Gazzetta del Mezzogiorno e imprenditore nella distribuzione della stampa, che già vent’anni fa sfidò, per la verità senza successo, Michele Emiliano per la poltrona di sindaco di Bari. La sua candidatura comporta il passo indietro, senza traumi, di Mauro D’Attis, eccellente parlamentare forzista del Salento, molto vicino ad Antonio Tajani ed è ben accetta dal responsabile di Fdi per la Puglia, il viceministro della Salute, Marcello Gemmato. Anche in Puglia l’impresa non è facile, perché la regione, come la Campania, è reduce da lustri di califfato da parte di quelli che Schlein ha sempre chiamato “cacicchi”, abili nell’allargare il consenso e la base elettorale al centro, attraverso le leve della gestione del potere. Antonio Decaro, per quanto non abbia fatto un’ottima figura nel tira e molla preceduto alla sua candidatura parricida nei confronti di Emiliano, è comunque un candidato più forte di Fico. Non ci vuole molto, si dirà...

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