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Alessandra Todde, "ricorso inammissibile": clamoroso colpo di scena, cosa cambia

di Redazione mercoledì 15 ottobre 2025

4' di lettura

Si avvicina la salvezza per Alessandra Todde in Sardegna. Il collegio regionale di garanzia elettorale "ha esorbitato dai propri poteri pronunciandosi sulla decadenza del presidente della Regione Sardegna in ipotesi non previste legge dalla come causa di ineleggibilità. È inammissibile il conflitto di attribuzione sollevato dalla Regione Sardegna in relazione alla sentenza del tribunale di Cagliari che ha rigettato il ricorso della Todde contro l'ordinanza-ingiunzione del collegio di garanzia". Questo è quanto è stato stabilito dalla Corte costituzionale, con la sentenza numero 148, pubblicata oggi, mercoledì 15 ottobre.

Dunque ha esorbitato dai propri poteri, cagionando una menomazione delle attribuzioni costituzionalmente garantite alla Regione Sardegna, il collegio regionale di garanzia elettorale pronunciandosi sulla decadenza del presidente della Regione Sardegna in ipotesi non previste dalla legge come causa di ineleggibilità. Lo ha scritto la Consulta nella sentenza n. 148.

La Corte ha messo nero su bianco che non spettava allo Stato e, per suo conto al Collegio di garanzia affermare, nella motivazione dell'ordinanza impugnata, che "si impone la decadenza dalla carica del candidato eletto" e disporre "la trasmissione della presente ordinanza/ingiunzione al Presidente del Consiglio Regionale per quanto di competenza in all'adozione del provvedimento di decadenza di Todde Alessandra dalla carica di Presidente della Regione Sardegna". In soldoni, la Corte Costituzionale dà torto al Consiglio regionale sulla decadenza della governatrice, ad ora confermata.

Ma la Corte costituzionale è solo il primo tempo della partita giudiziaria sul futuro della governatrice grillina. Todde ha depositato appello contro la sentenza del 28 maggio. Il capitolo definitivo della vicenda verrà scritto il 21 novembre prossimo quando i giudici della Corte d’Appello di Cagliari dovranno esprimersi sulla sentenza del tribunale civile di Cagliari, che la ha già dichiarata decaduta. Se verrà considerato inammissibile il ricorso, allora si procederà con lo scioglimento dell’Assemblea, e di conseguenza, con le elezioni anticipate. In sostanza, lo scenario peggiore per Todde e centrosinistra.

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Ritornando alla decisione della Corte Costituzionale di oggi, martedì 15 ottobre, i giudici della Consulta hanno anzitutto rilevato che i Collegi regionali di garanzia elettorale, istituiti dalla legge numero 515 del 1993 per esercitare il controllo sulle spese della campagna elettorale dei candidati per le elezioni politiche dei due rami del Parlamento - controllo poi esteso dalla legge numero 43 del 1995 alla elezione dei Consigli regionali nelle Regioni a statuto ordinario - sono organi dello Stato che operano in condizioni di indipendenza al fine di garantire la genuinità e l'autenticità del formarsi della volontà del corpo elettorale, in una con la libertà di voto degli elettori. Il sistema di controllo, affidato a tali organi, è operante anche nella Regione Sardegna per effetto di una scelta del legislatore regionale statutario il quale, con l'articolo 22 della legge numero 1 del 2013, ha stabilito di rinviare, per quanto riguarda la disciplina delle cause di ineleggibilità concernenti le cariche elettive regionali, alle leggi statali.

Ciò premesso, la Corte ha osservato che le pur gravi fattispecie contestate alla Presidente eletta (tra le quali, la mancata nomina di un "mandatario elettorale", avente il compito di raccogliere i fondi della campagna elettorale, e la produzione una dichiarazione sulle spese sostenute, con relativo rendiconto, caratterizzata da diverse non conformità rispetto alle previsioni di legge) non sono riconducibili a quelle che, in modo esplicito, la legge numero 515 del 1993 ha selezionato come ipotesi di ineleggibilità e, quindi, di decadenza. Nell'imporre la decadenza al Consiglio regionale, sulla base dei fatti così accertati, il Collegio di garanzia elettorale ha, pertanto, esorbitato dai propri poteri.

La Corte ha anche precisato che rimane impregiudicata la questione relativa alla possibilità di riqualificazione dei fatti, che è rimessa al giudice civile, competente per il giudizio di opposizione all'ordinanza-ingiunzione. In questo caso l'ordinanza ha formato oggetto del giudizio civile promosso da Todde dinanzi al Tribunale di Cagliari, che l'ha confermata, quanto alla sanzione pecuniaria irrogata, il 28 maggio scorso. Con la sentenza depositata oggi, la Corte ha anche dichiarato inammissibile il conflitto promosso dalla stessa Regione Sardegna nei confronti dello Stato sulla sentenza di rigetto del tribunale di Cagliari.

Questa, infatti, ha rilevato la Consulta, è stata pronunciata unicamente nei confronti delle due parti ivi intervenute (Alessandra Todde, personalmente, in quanto destinataria delle sanzioni; il Collegio di garanzia, in quanto autorità che ha emesso l'atto) e non anche nei confronti della Regione Sardegna, è rimasta estranea al giudizio. Le affermazioni compiute dal giudice nella sentenza, secondo le quali il Consiglio regionale non potrebbe sindacare l'accertamento sui fatti compiuto dall'organo di controllo, non sono pertanto vincolanti per la Regione, che non si è mai ancora formalmente pronunciata sulla vicenda. In sostanza manca il requisito dell'attualità della lesione lamentata: di qui la inammissibilità del ricorso.

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