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Elly Schlein, Guerini e riformisti in rivolta: "Qual è la sua posizione?"

di Redazione venerdì 31 ottobre 2025

2' di lettura

Il Partito democratico pronto a deflagrare. I riformisti non vedono di buon occhio la linea della leader Elly Schlein, figuriamoci il campo largo. "Il problema - tuona Lorenzo Guerini - non è tanto quello di associarsi per vincere le elezioni, ma di darsi una prospettiva di governo che, allo stato, mi pare molto lontana. La linea politica resta quella di costruire un’alleanza larga, ma credo occorra far chiarezza su alcune questioni di fondo, necessarie per governare, e anche per essere credibili e meritarci la fiducia degli italiani. E questo mi pare complicato se non è chiara, per esempio, la posizione in politica estera di quello che chiamiamo il 'Campo largo'".

Nonostante i tentativi di minimizzare il malessere dell'ala riformista nei confronti della segretaria, il disagio è palpabile ed emerge tutto nell'anticipazione del nuovo libro di Bruno Vespa. Qui Guerini guarda già al futuro: "Manca un anno e mezzo alle elezioni - racconta al giornalista - è tempo di confrontarci, non solo sulla ricerca di una posizione comune del Campo largo sulla politica estera, ma anche sull’identità del Pd. Sono rimasto molto sorpreso dall’intervista di Dario Franceschini (La Repubblica, 16 settembre 2025) in cui afferma che è finita l’era dei leader moderati per vincere le elezioni".

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Il motivo è chiaro: "Lei conosce la mia amicizia e il mio rispetto nei confronti di Dario, ma questa idea che il Pd debba guardare soltanto alla sua sinistra rischia di tagliare i ponti con i ceti medi, la piccola impresa, l’artigianato, il mondo dei commercianti e delle partite Iva. Settori della società che pongono sul tavolo temi che riguardano il sostegno alla crescita, le leve fiscali, la sicurezza". Insomma, "l'idea della divisione dei compiti per cui il Pd dovrebbe appaltare ad altri la rappresentanza di questi mondi rischia di farci parlare soltanto a un pezzo di Paese. In una fase storica, un grande partito come il Pd può anche radicalizzare in parte il suo messaggio, ma, se vuole tornare al governo, non può trascurare il dialogo con il ceto medio, al quale la sinistra italiana sta attenta fin dai tempi di Togliatti".

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