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Coltelli al bando: la strana ricetta dem per evitare le aggressioni

"Lame e violenza": a sinistra arrivano al punto di accusare l'arma invece dell'uomo
di Lorenzo Mottolamartedì 4 novembre 2025
Coltelli al bando: la strana ricetta dem per evitare le aggressioni

2' di lettura

«Ancora lame, ancora violenza, il ministro Piantedosi venga subito in aula a rispondere, se hanno una idea, una strategia su questa piaga. Abbiamo una proposta di legge sui coltelli, discutiamola con urgenza. Non facciamo finta di non vedere». Mentre gli inquirenti ancora davano la caccia all’aspirante killer che in piazza Gae Aulenti ha cercato di uccidere una donna in pieno giorno, gli Sherlock Holmes della sinistra italiana avevano già risolto il caso. La colpa non è dell’uomo, ma del coltello.

Questo almeno è quanto parrebbe di intuire leggendo quando pubblicato su X ieri dal collettivo Nomfup, che fa capo al senatore Dem Filippo Sensi (già portavoce della presidenza del Consiglio dei ministri), e che sembra riferirsi a un disegno di legge presentato la scorsa primavera da Debora Serracchiani. Una proposta che il centrodestra ha ignorato (per fortuna...) e di cui diamo qualche dettaglio: pene fino a tre anni per chi vende coltelli, anche via internet, a minori di diciotto anni. E corsi nelle scuole (dieci ore all’anno) per sensibilizzare sulla questione i giovani. Ora, a parte il fatto che il risultato di questa legge sarebbe al massimo di trascinare qualche negoziante di casalinghi dietro le sbarre e di far perdere un po’ di tempo ai ragazzi, non si capisce dove potrebbe portare questa campagna anti-coltelli dei Dem.

Il riflesso condizionato è esattamente quello del dibattito sulle armi da fuoco. In caso di sparatoria non ci si concentra su chi usa un fucile per compiere crimini e sul perché, ma sull’arma. E per quanto riguarda i coltelli, la faccenda diventa decisamente più grottesca. Reperire lame continuerà a essere molto facile, se ne troveranno in tutte le cucine, a meno di non condannare l’intero paese a strappare le bistecche a morsi e affettare le zucchine col cucchiaio. Il tutto dimenticando l’ovvio, ovvero che anche mettendo al bando il coltello il pazzo di Gae Aulenti, l’assalitore del treno in Inghilterra e tanti loro simili avrebbero potuto ottenere lo stesso risultato con un martello, un cacciavite o una catena. Vietiamo anche le chiavi inglesi? Sequestriamo le cassette degli attrezzi dalle case degli italiani? Il problema è che basterebbe anche un sasso per uccidere una persona. Li eliminiamo?

Una legge che vieta di uscire di casa col coltello in tasca, peraltro, esiste già ma per ragioni fin troppo evidenti è del tutto disapplicata. In teoria, chi viene trovato in possesso di “arma impropria” (cioè un qualunque coltello da cucina) dovrebbe anche poter dimostrare perché la trasporta. Solo a Milano, ogni domenica all’Idroscalo, tra i grigliatori, dovrebbero fioccare denunce a tappeto. Qualcuno pensa di poter evitare episodi come quello di Londra eliminando i coltelli? O forse il problema è quello di non voler affrontare la radice dei problemi?