"Spero che quella del sindaco Lepore sia stata soltanto una battuta, per quanto infelice. I danni vanno chiesti a chi li causa, non a chi lavora per limitarli". Lo dice, in una intervista al Corriere della Sera, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi rispondendo così in modo chiaro e netto al sindaco Pd di Bologna Matteo Lepore, che sabato ha accusato il governo di essere il responsabile per i violenti incidenti scatenati dai pro-Pal venerdì sera in occasione della partita di Basket tra la Virtus e gli israeliani del Maccabi. Una partita che Lepore, sposando la richiesta degli antagonisti di sinistra, aveva chiesto di non far disputare. Il Viminale però aveva tenuto duro per non assecondare le posizioni dei violenti.
"In piazza, a Bologna, c'erano da una parte dei criminali che hanno aggredito e devastato e dall'altra i poliziotti che hanno fronteggiato gli attacchi. Occorre evitare di dare l'idea che si cerchi di assolvere i delinquenti, colpevolizzando chi li contrasta - spiega Piantedosi, aggiungendo poi relativamente alla richiesta del sindaco Lepore di non far giocare la partita Virtus-Maccabi -. Nonostante il rischio sempre insito in queste circostanze, la risposta non poteva essere quella di subire la prevaricazione. Le proposte venute dal Comune si limitavano a trasferire altrove il problema, peraltro senza porsi la domanda di cosa ne avrebbero pensato i sindaci dove si chiedeva venisse trasferita la manifestazione".
"L'unico problema sembrava essere non far giocare la squadra israeliana. Non voglio credere che ci fossero condizionamenti ideologici che, sostanzialmente, sarebbero coincisi con quelli dei movimenti violenti che abbiamo visto in scena. Se consentiamo a chiunque di ricattare le istituzioni, abdichiamo all'inderogabile dovere di difendere fondamentali principi costituzionali, preparando il terreno a una progressiva dittatura di minoranze violente. In Italia - continua il titolare del Viminale - ognuno deve avere libertà e agibilità senza che qualcuno si senta la verità in tasca con la conseguente pretesa di limitare diritti di altri. È un principio irrinunciabile che abbiamo difeso con fermezza".
"Avevamo messo nel conto il copione ricorrente messo in scena da frange di estremisti che l'avevano preannunciato come elemento di un ricatto che, come ho detto, mirava soltanto a non far mettere piede al Maccabi in città", sottolinea ancora Piantedosi. "Sono professionisti del disordine che strumentalizzano tutti i temi più divisivi del dibattito pubblico per creare azioni violente: Tav, ponte di Messina, Medio Oriente non importa la tematica ma l'opportunità per fare danni. Nell'occasione c'era anche una componente di antisemitismo. E per questo dico che al Viminale e agli uomini e alle donne in divisa che a Bologna hanno garantito l'ordine pubblico non deve essere mandata una fattura dei danni ma la gratitudine per la professionalità e l'equilibrio con cui, come sempre, è stata gestita la situazione, in condizioni così difficili".