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Lo stupro choc e l'immigrazione che fa paura

Il nesso tra crimini e immigrazione irregolare è certificato dalle cifre, con circa l’8% di stranieri residenti in Italia coinvolto più o meno nel 34% dei reati
di Daniele Capezzone mercoledì 26 novembre 2025

3' di lettura

No, non è sfortuna e nemmeno statistica. Se lo stesso parco di Tor Tre Teste, a Roma Est, è stato teatro ad agosto di una violenza sessuale ai danni di una signora sessantenne che portava a spasso il cane, e che fu aggredita da un uomo di 26 anni originario del Gambia; se quell’uomo, pochi giorni prima, era stato già accusato di un’altra aggressione a sfondo sessuale; e se ora viene fuori che sempre lì, lo scorso 25 ottobre, una coppia di ragazzi sono stati prima derubati, poi immobilizzato (lui), e infine violentata (lei) da una gang di uomini di nazionalità marocchina e tunisina, è ben difficile classificare tutto questo alla voce “casualità”.
Ieri la faccenda ha registrato un supplemento di dolore per la vittima principale: il dna estratto dalle tracce biologiche non apparterrebbe ai tre soggetti fermati, il che conferma il fatto che gli aggressori possano essere stati più di tre (probabilmente cinque), e che il materiale autore della violenza possa essere stato il quarto o il quinto uomo.

La realtà è che Roma è un inferno, a dispetto del racconto mediatico prevalente, con numerose zone largamente fuori controllo. Gli stessi parchi sono evidentemente ridotti alla condizione di terra di nessuno. Ma soprattutto il legame tra crimini e immigrazione irregolare è certificato dalle cifre, con circa l’8% di stranieri residenti in Italia coinvolti più o meno nel 34% dei reati (con punte particolarmente odiose: circa un furto o una rapina su due, e oltre il 40% delle violenze sessuali).

I fatti sono tutti lì. Non si tratta di “torturare” delle cifre per ricavarne chissà quale “confessione”, di torcere delle statistiche a proprio uso e consumo. Tutto è maledettamente chiaro: un’immigrazione illegale che abbiamo ereditato dagli ultimi quindici anni di politiche di accoglienza a manica larghissima ha portato nelle nostre città giovani uomini quasi sempre senza lavoro, talora violenti, in molti casi convinti che la donna, che qualsiasi donna possa essere trattata alla stregua di un oggetto. Le percentuali sono lì a dimostrarlo: orribili per ciò che riguarda i reati a sfondo sessuale, e non meno inquietanti- almeno numericamente parlando - anche quelle relative ai furti e alle rapine.

Davanti a tutto questo, è abbastanza patetico che - da qualche settimana - il Pd e i Cinquestelle, in un reciproco inseguimento, abbiano iniziato a parlare di “sicurezza”. Ohibò, si sono accorti dell’esistenza del problema, si potrebbe ironizzare. Ma c’è poco da ridere. Perché sono state proprio le politiche lassiste sull’immigrazione patrocinate dalla sinistra a portarci nella situazione in cui ci trovia mo. E così assistiamo a una specie di tragicommedia, in cui gli stessi attori provano a raccontarci (a) che le città a guida progressista sono ben gestite, (b) che il problema della criminalità è sovradimensionato a causa della “percezione” dei cittadini, (c) che non c’è alcuna invasione di extracomunitari, e infine (d) che non ci sarebbe legame tra immigrazione illegale e reati.
Dopo di che, dopo un rapidissimo cambio di scena, tornano sul palco gli stessi attori per spiegarci (e) che occorre farsi carico di un problema di sicurezza e (f) che il governo non starebbe facendo abbastanza.

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Se fossimo di buon umore, potremmo anche divertirci per questa propensione alla beffa, allo sberleffo, al capovolgimento propagandistico delle cose. Ma il buon umore non c’è più. Resta tanto dolore, come quello provato dai due ragazzi aggrediti a Tor Tre Teste, e rimane anche la paura di ciascuno di noi, tornando a casa ogni sera.

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