San Raffaele, un indagato al pm: "Uno dei Degennaro portò soldi in una valigia a Cal"
Cronaca
Milano, 23 mar. (Adnkronos) - Nelle carte depositate dopo la chiusura delle indagini della prima tranche sul dissesto del San Raffaele spunta la Dec, società dei costruttori Daniele e Gerardo Degennaro, arrestati nell'inchiesta sugli appalti a Bari. In particolare c'è un indagato che dice di aver visto 'uno' dei Degennaro portare soldi in una valigia a Mario Cal, ex direttore finanziario della Fondazione Monte Tabor morto suicida nel luglio scorso. "Prendo atto delle dichiarazioni rese da Pierino Zammarchi -ha spiegato ai pm l'ex direttore dell'ospedale, Valsecchi- quando ha dichiarato di aver visto Degennaro portare soldi in valigia a Cal in 5/6 occasioni''. Inoltre la somma relativa a una finta consulenza pagata dal San Raffaele sarebbe finita su un conto estero che fa riferimento ad Antonio Simone, ex assessore regionale lombardo alla Sanità. E' quanto emerge dall'interrogatorio di Giancarlo Grenci, fiduciario di Pierangelo Daccò e indagato nell'ambito della prima tranche di inchiesta sul dissesto della Fondazione Monte Tabor ormai chiusa. E' lo stesso Grenci a spiegare che fu lo stesso Daccò a indicare "di trasferire quella somma'', cioè "500 mila euro" su "un conto nominativo di Antonio Simone". In un interrogatorio reso il 5 dicembre scorso, Grenci avrebbe ricostruito ai magistrati milanesi la 'rete' di società estere di Daccò che, secondo l'accusa, avrebbe occultato i fondi neri creati attraverso le sovraffatturazioni dei costi a carico dell'ospedale. Nel verbale il 'braccio destro' di Daccò parla della società 'Harman' che ''fu costituita nel 2007 per svolgere consulenze in favore della Fondazione San Raffaele, in Italia e all'estero''. In realtà, ha spiegato Grenci, ''l'unica fattura fu quella di 510mila euro di cui mi avete detto (i pm infatti la contestano come uno degli episodi di dissipazione, ndr). Quasi tutto di questo importo (500mila euro) Harman l'ha girato a Euro Worlwide. Mi si chiede se questi soldi siano finiti ad Antonio Simone e, ripensandoci, mi ricordo che Daccò ci indicò di trsferire quella somma su un conto nominativo di Antonio Simone'', ex assessore regionale lombardo alla Sanità nei primi anni '90. Grenci ha fornito ai magistrati ''gli estremi del conto corrente di Simone sul quale è stato effettuato il bonifico'', conto ''acceso presso la Hvb di Praga''. Grenci ha poi precisato, in un altro passaggio, che ''i due, Simone e Daccò, hanno una serie di affari all'interno dei quali'' avrebbero ''stabilito che a Daccò andasse l'usufrutto'' di una ''villa'' in Sardegna, a Olbia. E poi l'elenco di una serie di società e ''iniziative'' che 'legano' ''Daccò e Simone''. Il nome di Simone era già emerso in un interrogatorio di Stefania Galli, la segretaria di Cal, dello scorso 3 settembre, che aveva parlato di un ''viaggio in Brasile a cui hanno preso parte anche il dott. Cal'' e altre persone, tra cui l'ex assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Antonio Simone, ''molto legato a Daccò''. I rapporti della Dec del gruppo Degennaro con la dirigenza del San Raffaele di Milano "si sono sviluppati nella massima correttezza e trasparenza", comunica dal canto suo la società la quale sottolinea che "nel luglio 2011 l'amministratore unico della Dec, quale persona informata sui fatti, ha chiarito alla polizia giudiziaria di Milano ogni fatto e circostanza così come richiesto" e che "a conferma della condotta rigorosa seguita dalla DEC, si evidenzia che sin dal 14 settembre 2009 la società ha denunciato penalmente il dottor Mario Cal per le sue dichiarazioni false e calunniose oggi emerse dagli atti d'indagine".