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Potrebbe calare il sipario sul teatro Trianon di Napoli

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A dieci giorni dalla scadenza, lontana l'approvazione del consuntivo. Fallimento in vista

Roberto Amaglio
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Ha ospitato il primo spettacolo nel 1911, dando il via così alla sua lunga storia culturale fatta di musica, teatro, arte e anche film. Lungi però dall'essere impegnati nell'organizzazione dei festeggiamenti del centenario, da quattro mesi a questa parte i lavoratori del Teatro pubblico Trianon Viviani di Napoli sono in assemblea permanente per cercare di scongiurare un fallimento che, a dieci giorni dal termine ultimo per l'approvazione del bilancio consuntivo, appare quasi scontato. Questa volta, però, i responsabili della situazione non sono i tagli del ministro Bondi, bensì l'incuria dei politici locali, i quali non si sono presentati in blocco alle prime due assemblee per la discussione del rendiconto economico: e pensare che erano stati proprio gli amministratori campani a voler acquistare nell'aprile del 2006 la storica struttura (costruita nel 1687) per rilanciarne attività e programmi. Missione che in qualche misura è stata compiuta, visto che il Trianon al momento vanta 4000 abbonati, piazzandosi ai primi posti tra i teatri pubblici in Italia. Una situazione talmente paradossale che ha spinto i dipendenti dello stabile diretto da Nino D'Angelo a esternare la loro insoddisfazione, affliggendo sulle porte del teatro uno striscione con scritto “Trianon, svendesi teatro pubblico. Vero affare! Per contatti Regione e Provincia”. La protesta sindacale ha lo scopo di sollecitare certezze produttive al teatro, al di là della natura pubblica o privata della gestione. “Il 29 giugno - ricordano i dipendenti in un comunicato - è il termine ultimo di legge per l'approvazione del bilancio consuntivo del 2009, ma l'assemblea dei soci, convocata proprio per questo adempimento, è già andata due volte deserta. Bisogna ricordare che il conto consuntivo è un adempimento puramente burocratico, visto che non comporta nuove obbligazioni finanziarie, in assenza del quale il 30 giugno gli amministratori dovranno forzosamente portare i libri contabili in tribunale e avviare l'istanza di fallimento”.

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