Parla Berlusconi, Sinisa trema. L'ordine: "Cosa deve fare da qui a fine stagione"
Siamo partiti puntando al 10. Per com'è andata, direi 10 e lode. Sono stati trent'anni magici. Abbiamo vinto più di tutti. Ci siamo conquistati 363 milioni di simpatizzanti nel mondo. E soprattutto il nostro amore per il Milan è stato ripagato e ci ha riempito il cuore di felicità». Sabato Silvio Berlusconi festeggerà trent'anni di presidenza al Milan e, in una lunga intervista pubblicata oggi sulle pagine de 'La Gazzetta dello Sport', si concede un bilancio della sua gestione, senza evitare i temi di attualità. Si comincia con il giorno più bello: «Ce ne sono stati tanti. Certamente indimenticabile è la vittoria a Barcellona della prima Coppa Campioni, battendo 4-0 la Steaua Bucarest. Ricordo lo spettacolo indimenticabile del Camp Nou completamente tappezzato di bandiere rossonere. Sull'autostrada per la Spagna si crearono veri e propri ingorghi di auto e di pullman imbandierati. Fu l'intero popolo rossonero, non soltanto la squadra, a vincere la Coppa. Ma sono indimenticabili, per motivi diversi, anche le due finali di Atene». Facile individuare, invece, il giorno da cancellare: «La rimonta del Liverpool a Istanbul, quella incredibile finale di Champions perduta dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio per 3-0. L'abbiamo già cancellata con i due gol di Pippo (Inzaghi, ndr) nell'altra finale di Atene, due anni dopo, ancora contro il Liverpool. Invece ancora amara la finale di Champions del 1993. Eravamo arrivati a quell'incontro vincendo tutte le partite del torneo, 10 su 10, andata e ritorno. Perdemmo 1-0 la finale con il Marsiglia. Una partita stregata». Tornando all'attualità, la figlia Barbara professa onestà e fissa l'obiettivo del Milan per questa stagione nell'Europa League, Galliani invece insiste sulla Champions: «È la conferma - dice Berlusconi - che entrambi hanno a cuore il bene della squadra. Contraddicendo quello che l'età farebbe pensare, Barbara ragiona più da manager, Adriano più da tifoso. Hanno ragione entrambi, ed entrambi torto. È del tutto evidente che l'Europa League oggi è l'obiettivo alla nostra portata, ed è altrettanto evidente che non ci accontentiamo di questo. Nella mia vita, di imprenditore, uomo di Stato, di uomo di sport, ho sempre seguito una regola: pormi degli obiettivi un pò più alti di quelli che il normale buonsenso ritiene facilmente raggiungibili. E li ho sempre raggiunti. Stiamo ricostruendo una squadra per un nuovo ciclo con giovani promettenti e con molti fuoriclasse. Sono sicuro che ci riusciremo. In questi anni abbiamo vissuto 8 finali di Champions. Entro cinque anni dobbiamo arrivare a 10». Se il Milan non guadagnasse un posto per l'Europa, vincere la Coppa Italia «non basterebbe a salvare la stagione. Ma alzare la Coppa Italia sarebbe importante. Vincere fa sempre bene, e comunque la Coppa Italia garantisce un posto in Europa». Qualora a fine stagione la trattativa con Mister Bee non fosse ancora conclusa, cercherebbe di vendere ad altri le quote di minoranza?, una dlele domande al presidente rossonero nell'intervista al quotidiano sportivo. «Il mio obiettivo è comunque il bene del Milan. Nel calcio moderno sono entrati soggetti dotati di risorse infinite e quindi è difficile rimanere competitivi al massimo livello. Per questo abbiamo ritenuto che l'apporto di energie e capitali freschi fosse necessario. Su questa base abbiamo una negoziazione in corso. Aspettiamo che si concluda», dice Berlusconi. Il quale smentisce poi che la figlia Marina spinga per fargli vendere tutto il Milan: «Non è assolutamente vero. Lei mi ripete sempre di seguire quello che mi dice il cuore e il mio cuore continua a battere forte per il Milan». Barbara, invece, si era impegnata molto per il progetto del nuovo stadio: «San Siro è la nostra gloriosa storia. Il legame affettivo, emotivo, con quel prato, quegli spalti, quella curva, è profondissimo per ogni milanista. Tuttavia il futuro sembra essere degli stadi di proprietà, secondo un modello che all'estero si va sempre più diffondendo e che per ora, in Italia, solo la Juve ha potuto realizzare. Quindi l'idea di Barbara era assolutamente quella giusta. Purtroppo si sono frapposte difficoltà che al momento non potevamo prevedere. Continueremo quindi a giocare a San Siro, fieri di stare nella 'Scala del calciò, senza tuttavia smettere di guardarci intorno». I tifosi contestano a Galliani il peccato di nostalgia, pensando ai ritorni di Balotelli e Boateng, dopo i rinnovi dei contratti a De Jong e Mexes, e bollandoli come degli errori: «Perchè errori? Boateng è rientrato con una grande voglia di tornare a giocare, e finora ha fatto bene. Balotelli si sta rimettendo da seri problemi di salute. Se riuscirà a evitare gli errori del passato, potrà essere una risorsa. Credo valga la pena di provare». Che regalo vorrebbe per i suoi 30 anni di Milan, infine, è presto detto: «Sabato, in occasione dell'anniversario, vorrei pranzare con la squadra a Milanello. Ne approfitterò per chiedere a Mihajlovic di vincere tutte le partite da qui alla fine»