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Epatite C. Campagna informativa“Conoscila. Previenila. Affrontala”

Maria Rita Montebelli
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Epatite C, ne sappiano troppo poco, e questo aumenta il rischio di rimanerne contagiati. Ben 2 italiani su 3 ammettono infatti una scarsa e inadeguata conoscenza dell'epatite C, un'infezione di cui non percepiscono la diffusione (solo il 26% pensa che le persone affette siano circa 1 milione) e rispetto alla quale il 91% non sa che si manifesta senza sintomi evidenti. È quanto emerge da una ricerca realizzata da Doxa Pharma per AbbVie, illustrata in occasione della conferenza stampa di presentazione della Campagna nazionale di informazione e sensibilizzazione “Una malattia con la C” promossa da AbbVie, con il patrocinio dell'Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (AISF), della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) e di EpaC Associazione Onlus. La Campagna, presentata al Ministero della Salute, punta a sensibilizzare la popolazione “L'indagine evidenzia una scarsa conoscenza dell'epatite C anche tra coloro che hanno un contatto diretto con persone affette dalla patologia (il 43% di chi ha un parente con epatite C e il 60% di coloro che hanno un conoscente che ha contratto la malattia) e che, quindi, possono essere potenzialmente esposti al virus – commenta il Prof. Massimo Andreoni, Presidente SIMIT – Gli intervistati dimostrano inoltre una conoscenza insufficiente dei comportamenti corretti da seguire per proteggersi dal rischio di contagio”. Solo 2 italiani su 10 ritengono comportamenti essenziali per evitare il rischio di contagio l'utilizzo di aghi sterili, non condividere oggetti igienici personali con altre persone e adottare precauzioni in caso di esposizione a sangue potenzialmente infetto. Appena il 13% considera utile prestare attenzione nel fare piercing e tatuaggi scegliendo dei centri che rispettino adeguati standard di sicurezza. Inoltre, l'88% della popolazione pensa che l'epatite C possa colpire solo alcune categorie di persone. Perdurano poi opinioni errate che portano il 59% degli italiani a considerare a maggior rischio coloro che si sottopongono a trasfusioni di sangue, sebbene dal 1990 esistano controlli e test rigorosi sia sul sangue che sugli emoderivati. “Gli italiani purtroppo dimostrano di non essere adeguatamente informati rispetto all'epatite C, sulla sua natura ed evoluzione, diffusione e rischi di contagio - sottolinea Andreoni – Non c'è una fotografia precisa, tuttavia, si stima che nel nostro paese siano affette dall'epatite C circa 1.200.000 persone e 300.000 siano quelle diagnosticate. Stiamo lavorando a questi numeri e ci potrebbe essere in futuro la pubblicazione di uno studio italiano”. Disinformazione = superficialità. Dalla ricerca emerge che gli italiani considerano l'epatite C molto meno grave di altrepatologie. “Dalle risposte fornite emerge come gli italiani non abbiano consapevolezza della progressione naturale di questa patologia – osserva il Dott. Marco Marzioni, Segretario AISF - L'assenza di sintomi evidenti è una delle ragioni alla base di questa percezione. Nel corso del tempo l'epatite C può portare a gravi problemi, tra cui danni al fegato, cirrosi, insufficienza epatica o epatocarcinoma, tumore del fegato”. Oltre alla cirrosi, ci sono altri fattori importanti che incidono in modo significativo sulla progressione del danno epatico, come l'assunzione di alcol, l'età avanzata, il grado di infiammazione e fibrosi e le co-infezioni con virus HIV e HBV (epatite B). Non solo gli italiani non sanno cosa fare per evitare l'infezione dal virus dell'epatite C (HCV), ma, ancor più grave, ritengono di non dover approfondire l'argomento. Solo il 2%, infatti, identifica tra i comportamenti consigliati per evitare l'esposizione al virus la necessità di una maggiore conoscenza della malattia. “L'informazione è una leva fondamentale per fare prevenzione ed abbattere le barriere culturali rispetto alla malattia, spesso fonte di paura e stigma alimentate dall'ignoranza – spiega Ivan Gardini, Presidente di EpaC Associazione Onlus - La nostra Associazione è da sempre impegnata con i pazienti nella diffusione di informazioni corrette sulla patologia e su come affrontarla. Una Campagna di informazione e sensibilizzazione in grado di raggiungere l'intera popolazione attraverso diversi canali come stampa, TV e web offre l'opportunità di una più capillare informazione”. La campagna informativa. Dal 15 aprile è online il sito web www.unamalattiaconlac.it dedicato all'approfondimento e al dialogo con i medici specialisti delle Società scientifiche AISF e SIMIT partner del progetto, attraverso il quale è possibile richiedere maggiori informazioni, porre quesiti e chiarire dubbi. Nel mese di giugno, inoltre, sarà disponibile un Numero Verde gratuito per una consulenza con gli specialisti delle società scientifiche e, attraverso la stessa linea, si potranno avere informazioni anche dai rappresentanti dell'Associazione Pazienti EpaC Onlus. L'iniziativa si articola poi in una ampia campagna stampa su quotidiani e periodici, web e TV, con spot nelle principali reti per raggiungere il maggior numero di persone. Si può combattere solo ciò che si conosce. Il claim della campagna è: Epatite C. Conoscila. Previenila. Affrontala. “La sostenibilità delle cure e dei sistemi sanitari nazionali e la creazione di valore condiviso sono temi in cui AbbVie è profondamente impegnata, anche attraverso programmi e partnership volti a individuare a tal fine soluzioni concrete – afferma Fabrizio Greco, amministratore delegato di AbbVie Italia - Questa campagna di informazione sull'epatite C, realizzata grazie al contributo di EpaC e delle società scientifiche AISF e SIMIT, vuole essere una risposta alla necessità di maggiori informazioni che si evidenzia nel 70% degli italiani intervistati”. (LARA LUCIANO)

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