Studio italiano, i bimbi dislessici vedono in modo 'speciale'
Roma, 14 dic. (AdnKronos Salute) - I bambini con dislessia vedono in modo 'speciale', percependo prima i dettagli del mondo circostante rispetto alle informazioni globali. E' quanto emerge da uno studio condotto su oltre 350 bimbi da un team di ricercatori dell'università di Padova, che ha rilevato come "la percezione dei bambini con dislessia sia, per alcuni aspetti, opposta a quella dei bambini con sviluppo tipico". Spiegano gli autori: "Normalmente il mondo circostante viene percepito prima per le sue caratteristiche globali (le forme grossolane), utilizzando l'emisfero destro del cervello, e successivamente per le caratteristiche locali (i dettagli), grazie al nostro emisfero sinistro. Nelle persone con dislessia, invece, si ha una precedenza per la percezione locale su quella globale". Lo studio - pubblicato su 'Scientific Reports' (gruppo Nature) - è firmato da un team coordinato da Andrea Facoetti (Laboratorio di Neuroscienze cognitive dello sviluppo del Dipartimento di Psicologia generale dell'università di Padova) e Simone Gori (Dipartimento di Scienze umane e sociali dell'università di Bergamo), entrambi consulenti scientifici dell'Irccs 'Eugenio Medea' di Bosisio Parini (Lecco), e guidato da Sandro Franceschini (università di Padova). Nel gruppo anche Sara Bertoni (università di Padova) e Tiziana Gianesini (Associazione sindrome di Down, Verona). "Il nostro team - spiega Franceschini - ha scoperto che nei bambini con dislessia la percezione locale precede quella globale e che se vengono utilizzati trattamenti riabilitativi di tipo visivo, uno dei quali basato su alcuni specifici tipi di videogiochi, si riesce a migliorare le abilità di lettura modificando la loro percezione, portando le informazioni globali a precedere quelle locali. Quindi - sottolinea l'esperto - non solo il nostro studio evidenzia una peculiarità che prima non era nota negli individui con dislessia, ma propone anche dei trattamenti che si sono già dimostrati efficaci per contrastare il problema". "Un dato estremamente importante che emerge - evidenzia Facoetti - è il legame causale che emerge dallo studio longitudinale fra questa percezione alterata e lo sviluppo della dislessia. Dimostriamo infatti che i bambini che presentano questa peculiare modalità percettiva prima di imparare a leggere, durante l'ultimo anno della scuola dell'infanzia, sono gli stessi bambini che svilupperanno difficoltà di lettura durante la scuola elementare. L'insieme dei risultati ottenuti sfida il concetto di dislessia come un problema esclusivo dell'emisfero sinistro, evidenziando come una disfunzione dell'emisfero destro sia una delle cause del disturbo specifico di lettura". "Questa scoperta - concludono i ricercatori - cambia completamente lo scenario degli attuali programmi di riabilitazione della dislessia, che si è sempre concentrata su aspetti esclusivamente linguistici, mostrando come gli aspetti percettivi sono almeno di eguale importanza". Inoltre "apre la strada a possibili programmi di prevenzione attivabili prima dell'apprendimento della lettura".