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Influenza: Svizzera, pochi vaccinati tra personale sanitario

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Ginevra, 12 gen. (AdnKronos Salute/Ats) - In Svizzera ancora troppi infermieri, e altro personale sanitario, non giudicano necessario vaccinarsi contro l'influenza, nonostante il rischio di infettare i pazienti. E' la conclusione di uno studio non ancora pubblicato, i cui risultati principali sono stati anticipati dal 'Tages-Anzeiger'. Ogni anno, secondo Andreas Widmer dell'ospedale universitario di Basilea, citato dal quotidiano svizzero-tedesco, diverse centinaia di persone soccombono all'influenza. Benché non ci siano dati precisi, Widmer stima in 200 i decessi riconducibili a infezioni d'origine influenzale contratte negli ospedali. Un modo per ridurre il rischio di infezione sarebbe la vaccinazione generalizzata del personale curante, specie degli infermieri, gli operatori più a contatto coi pazienti. Tuttavia solo una minoranza si lascia vaccinare. La resistenza è meno forte tra i medici. All'ospedale universitario di Zurigo il 15% del personale curante è vaccinato, a Basilea il 25% e all'Inselspital di Berna il 36%, mentre le percentuali tra i medici sono più elevate: a Basilea e Berna oltre il 50%, a Zurigo più del 30%. A livello nazionale, circa un quarto del personale curante globale, quindi compresi i medici, si immunizza contro l'influenza. Secondo gli autori di uno studio svolto all'ospedale universitario di Basilea e all'ospedale cantonale di San Gallo, per proteggere efficacemente i pazienti la quota di personale vaccinato dovrebbe aggirarsi attorno all'80%. Dall'indagine, condotta per diversi anni - prosegue il quotidiano - risulta che il personale è attento all'igiene, specie delle mani, e all'importanza di indossare una mascherina. Tuttavia in generale sottovaluta la vaccinazione, benché sia consapevole della necessità di proteggere i malati. Secondo Widmer, nonostante da anni il personale curante sia sensibilizzato sull'importanza di immunizzarsi, i risultati sono limitati. Maggiore sensibilità è dimostrata invece dai medici. Spesso il personale curante si sente infastidito e sotto pressione dalla comunicazione sull'importanza di vaccinarsi. In molti team la questione è addirittura tabù. Quando si fa pressione si rischia quindi di ottenere l'effetto contrario, indica il giornale citando Roswitha Koch, dell'Associazione svizzera delle infermiere e degli infermieri. Koch sostiene che la decisione di vaccinarsi deve essere presa dal singolo in piena autonomia. L'ipotesi di un obbligo suscita dunque contrarietà. La ricerca mostra anche quanto sia importante la cultura aziendale o del singolo team. Contrariamente al problema dell'igiene delle mani o dell'importanza di indossare una mascherina, il tema della vaccinazione viene sovente eluso. Secondo i ricercatori, bisogna invece parlare apertamente del problema. Laddove ciò accade, come all'ospedale pediatrico di Zurigo, la quota di vaccinati si aggira attorno al 50%, tre volte di più rispetto all'ospedale universitario.

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