Arriva in Italia brodalumabper psoriasi moderata-grave
Approvata da Aifa la rimborsabilità del primo farmaco biologico di Leo Pharma, che offre ai pazienti con psoriasi moderata-grave l'opportunità di ottenere e mantenere nel tempo una cute completamente libera da lesioni
Una pelle libera da lesioni per una persona che convive quotidianamente con la psoriasi moderata- grave è finalmente possibile grazie ad un nuovo farmaco biologico: brodalumab. È infatti ora disponibile anche in Italia, rimborsato dal Servizio sanitario nazionale a seguito della recente approvazione da parte di Aifa, brodalumab il farmaco biologico di Leo Pharma indicato per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a grave. I risultati del corposo programma di studi clinici AMAGINE-1, AMAGINE-2 e -3, condotti su 4.373 persone con psoriasi a placche moderata-grave, dimostrano che i pazienti trattati con brodalumab hanno raggiunto livelli di cute completamente libera da lesioni (complete skin clearance) in tutte le zone del corpo colpite, più velocemente rispetto ai pazienti trattati con il farmaco di confronto, ustekinumab. Nel 50 per cento dei pazienti trattati con brodalumab si sono ottenute risposte di complete skin clearance in un tempo più breve rispetto al trattamento con ustekinumab. A 2 settimane, 1 paziente su 4 trattato con brodalumab ha raggiunto una pelle quasi completamente libera da lesioni (PASI 75) e 4 pazienti su 10, dopo 12 settimane di trattamento, hanno ottenuto una cute completamente libera da lesioni (PASI 100): il doppio rispetto a quelli trattati con ustekinumab. Brodalumab si conferma dunque il farmaco biologico più efficace e veloce per il trattamento della psoriasi moderata-grave. La psoriasi è una malattia autoimmune, infiammatoria e cronica della pelle che nel mondo colpisce circa 125 milioni di individui. La gran parte dei pazienti soffre di psoriasi a placche, la forma più comune che si manifesta con chiazze arrossate, ispessimento e desquamazione delle zone colpite con prurito a volte molto intenso. In Italia sono circa 2 milioni le persone che vivono con la psoriasi, di queste più del 10% ha una psoriasi moderata-grave che non può essere trattata solo con i trattamenti topici o con le terapie convenzionali sistemiche. Ottenere rapidamente una cute completamente libera da lesioni, con effetti costanti nel tempo, ha un effetto positivo su tutti gli aspetti della vita quotidiana dei pazienti. “La psoriasi altera i rapporti sociali e l'attività lavorativa, ma prima di tutto altera il rapporto con se stessi – afferma Giampiero Girolomoni, direttore della clinica dermatologica dell'Università di Verona – le manifestazioni cutanee provocano disagio, vergogna e frustrazione impedendo a volte anche le più banali attività ricreative. Avere una pelle normale restituisce a questi pazienti il piacere della vita e del proprio corpo, insomma ricominciano a vivere. Inoltre, teniamo conto che queste terapie oltre ad essere molto efficaci e veloci, sono estremamente sicure e ben tollerate. Non è richiesto, quindi, un monitoraggio particolare in quanto gli effetti collaterali sono molto rari e pochissime le controindicazioni”. Brodalumab è un anticorpo monoclonale, il primo e unico trattamento biologico per la psoriasi che ha come bersaglio il recettore dell'interleuchina-17 (IL-17RA). È un farmaco biologico con meccanismo d'azione e caratteristiche diverse rispetto agli altri anti-citochine le cui evidenze indicano una risposta rapida e duratura oltre che livelli elevati di cute libera da lesioni e miglioramento della qualità della vita. “I recettori – spiega Antonio Costanzo, responsabile Unità operativa di dermatologia all'Humanitas di Milano – sono proteine poste sulla superficie delle cellule, che segnalano le informazioni in entrata. L'informazione segnalata dal recettore dell'interleuchina-17, che è quello inibito da brodalumab, è ‘infiammazione'. Brodalumab interrompe l'infiammazione alla base della patologia andando ad inibire a valle molte delle cellule coinvolte nei processi infiammatori, mentre gli altri farmaci bloccano le citochine a monte. Altra differenza importante è che brodalumab riesce a bloccare più citochine infiammatorie: IL-17A, IL-17F, IL-17A/F e IL-17E, quindi, ha un grado di inibizione più completo rispetto agli altri farmaci. La diretta conseguenza di questo comportamento è un'attività molto veloce, i cui effetti si vedono già dalla prima iniezione, dopo meno di una settimana. Tutto questo avviene senza peraltro compromettere le funzioni del sistema immunitario”. Inoltre, i risultati emersi dall'analisi dei dati degli studi AMAGINE-2 e AMAGINE-3 mostrano che dopo 52 settimane di trattamento il 51% dei pazienti riesce ad ottenere una pelle libera da lesioni; efficacia che si mantiene fino a 120 settimane, quando più della metà dei pazienti mantiene una cute completamente pulita (PASI 100) e più di tre quarti una cute quasi completamente pulita (PASI 90). Un risultato dunque costante nel tempo, che contribuisce decisamente a migliorare la qualità di vita dei pazienti. LEO Pharma, con l'ingresso nell'area dei biologici, si conferma sempre più in posizione di vantaggio per il ruolo di leader globale in dermatologia, continuando a perseguire l'obiettivo, punto fermo nella mission dell'azienda, di aiutare le persone ad ottenere una pelle sana e a prendersene cura offrendo una gamma completa di soluzioni terapeutiche integrate. “Con brodalumab il nostro impegno in Ricerca per la psoriasi, forte di un'esperienza di quasi mezzo secolo nelle terapie topiche, si amplia entrando nel campo dei farmaci biologici per la psoriasi moderata-grave – dichiara Paolo Pozzolini, country lead Leo Pharma Italia – cosa significa per questi pazienti avere una pelle completamente libera da lesioni? Significa poter vivere la vita di tutti i giorni, senza la presenza costante della malattia e liberarsi da un carico psicologico, come sappiamo, molto gravoso. Migliorare la qualità di vita di queste persone rappresenta dunque, per Leo Pharma, un grande traguardo e siamo fieri che questo sia possibile grazie ad una nuova terapia disponibile oggi anche per i pazienti italiani”. (STEFANO SERMONTI)