Un collirio contro le retinopatie?Sì, grazie a una proteina batterica
Un'équipe di ricercatori dell'Istituto superiore guidato dalla dottoressa Carla Fiorentini di sanità potrebbe aver messo a punto una nuova arma contro questa malattia invalidante, anche in presenza di una retina già compromessa
Può un collirio agire in modo efficace nei casi di retinopatia? Da oggi sì, grazie a uno studio condotto su una proteina batterica da un'équipe di ricercatori guidati dalla dottoressa Carla Fiorentini del Centro nazionale per la salute globale dell'Istituto superiore di sanità (Iss). Risultato dello studio è stato un collirio che potrebbe addirittura migliorare la vista nei casi di retinopatia. In particolare la ricerca, pubblicata sulla rivista Neuroscience, ha osservato che la somministrazione topica tramite collirio di una soluzione contenente una proteina batterica dal nome piuttosto inquietante di ‘Fattore citotossico necrotizzante 1 (Cnf1)' di Escherichia Coli, è stata in grado di migliorare le prestazioni visive in un modello animale di retinopatia ipertensiva, una condizione clinica che si riscontra in soggetti con elevati valori di pressione arteriosa sistemica che altera il corretto funzionamento della retina portando ad una perdita graduale della vista. Tali risultati confermano studi precedenti pubblicati del gruppo di Fiorentini, dove l'uso del Cnf1 è già stato dimostrato avere risultati molto incoraggianti su modelli di altre malattie con una componente neuro-infiammatoria. “Aver dimostrato che l'agire sull'attività della proteina Rac1 sia in grado di migliorare la funzionalità in una retina già compromessa - spiega la dottoressa Fiorentini - apre la strada a nuove strategie terapeutiche mirate a patologie della vista nella cui patogenesi esiste un'importante componente neuro-infiammatoria. Parlo di malattie altamente invalidanti come la retinopatia ipertensiva, la retinopatia diabetica ed il glaucoma, per le quali ad oggi non esistono cure”. Questa ricerca nasce da una collaborazione multidisciplinare che ha coinvolto diversi ricercatori afferenti all'Iss, oltre al già citato Centro nazionale per la salute globale, al Centro nazionale per la ricerca farmacologica e terapia sperimentale, al Centro di riferimento scienze comportamentali e salute mentale, al Dipartimento per la sicurezza alimentare, nutrizione e sanità pubblica veterinaria, al Dipartimento malattie cardiovascolari, dismetaboliche e dell'Invecchiamento e inoltre al Dipartimento di farmacia e biotecnologie dell'Università di Bologna. “In particolare – conclude Fiorentini – questo studio è stato condotto da Laura Ricceri, Andrea Matteucci e Stefano Loizzo che hanno dimostrato l'efficacia del trattamento topico con il Cnf1 sulla retinopatia da ipertensione, oltre che da un punto di vista biochimico, anche attraverso analisi di tipo comportamentale ed elettrofisiologico che rendono questi risultati piuttosto incoraggianti per lo sviluppo di un nuovo potenziale farmaco”. (MATILDE SCUDERI)