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“Il diabete è una cosa seria e non si cura con le bufale”

I diabetologi della SID invitano le persone con diabete a non abbandonare le terapie nell’illusione di poter ‘curare’ il diabete con dieta e integratori come promesso da alcuni personaggi televisivi. Si rischia di mettere a repentaglio la vita
di Maria Rita Montebelli domenica 30 giugno 2019

Francesco Purrello

3' di lettura

“Un personaggio televisivo che annuncia – ma forse sarebbe più corretto dire minaccia – di ‘cambiare per sempre la medicina’ grazie ad un evento da lui organizzato a Roma per domenica 30 giugno configura una situazione inaccettabile e intollerabile in una società civile che abbia a cuore la tutela della salute dei cittadini”. A parlare è il presidente della Società Italiana di Diabetologia (SID), il professor Francesco Purrello. Il caso è tristemente noto. Adriano Panzironi, che ha già al suo attivo una multa di 264 mila euro comminata dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) per aver trasmesso sul suo canale televisivo “informazioni pubblicitarie potenzialmente lesive della salute”, una denuncia dell’Ordine dei medici di Roma per esercizio abusivo della professione medica e una sospensione dall’Ordine dei giornalisti del Lazio (lui che si è sempre fatto un vanto di essere un ‘giornalista scientifico’), ha riempito la Capitale di manifesti pubblicitari attraverso i quali propaganda il suo ‘evento’ (sicuramente mediatico, ma per nulla scientifico) in programma per il prossimo 30 giugno al Palazzo dello Sport dell’EUR di Roma. Ma Panzironi non si limita questa volta alla sua solita promessa d’altri tempi, cioè quella di campare fino a 120 anni grazie all’elisir di lunga vita rappresentato dalla sua dieta e dai suoi integratori, ma minaccia di scardinare l’impianto stesso della medicina. Lui, che la medicina non l’ha mai studiata. “Ci sarebbe da ridere – commenta il professor Purrello – se tutto ciò non avesse un risvolto tragico. Quello delle tante persone in buona fede illuse da questo personaggio e del rischio che altre, imbambolate dalle sue promesse, rinuncino a terapie collaudate per seguire come i topini del pifferaio magico questo personaggio. Il rischio è quello di andare incontro a conseguenze gravissime, fino alla morte (basti pensare al caso di un bambino con diabete di tipo 1 al quale i genitori dovessero decidere di sospendere l’insulina). Nel pieno rispetto della libertà di pensiero e di parola – conclude Purrello – la Società Italiana di Diabetologia intende denunciare questo flusso di disinformazione e di fake news che può nuocere gravemente alla salute delle persone. Il marketing è una cosa, la medicina un’altra e a praticarla dovrebbero essere solo persone qualificate, non ‘orecchianti della professione’, pronti a strumentalizzare i risultati di ricerche serissime per sostenere delle tesi ascientifiche. Ma molto lucrose”. La medicina, la scienza, la ricerca sono cose serie che rispondono a regole precise, finalizzate a valutare con metodo scientifico un’ipotesi e a rigettarla qualora questa non superi la prova degli studi clinici controllati. Un esempio recentissimo viene da una ricerca presentata al congresso dei diabetologi americani qualche settimana fa: un grande studio, il D2d (vitamin D and type 2 Diabetes) ha dimostrato che l’ipotesi, suggerita da recenti studi osservazionali, che una supplementazione di vitamina D fosse in grado di prevenire la comparsa di diabete, è errata. Assumere vitamina D in altre parole non aiuta a prevenire il diabete. Questa è scienza. Il resto sono panzane, fake news, bufale. Pericolose quanto false e messe in giro da personaggi animati da sole velleità di guadagno. (FABRIZIA MASELLI)

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DIABETE
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STUDIO
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VITAMIN D AND TYPE 2 DIABETES STUDY
FABRIZIA MASELLI

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