Il diabete di tipo 1 è considerato a tutti gli effetti una pandemia silenziosa. In Italia si calcola che oltre 300mila persone vivono con questa patologia, da non confondere con il diabete di tipo 2. Il diabete di tipo 1, che colpisce prevalentemente bambini e giovani adulti, infatti è una malattia autoimmune, che non dipende dagli stili di vita e dall’alimentazione, che comporta la distruzione delle cellule del pancreas che producono insulina con la conseguente carenza assoluta dell’ormone che regola i livelli di glucosio nel sangue. Diabete
I dati, nel giorno in cui si celebra la Giornata Mondiale del Diabete, raccontano una realtà complessa e articolata. I risultati del progetto D1CeScreen, coordinato dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità, sono la cartina tornasole della situazione italiana. Nelle quattro regioni pilota (Lombardia, Campania, Marche, Sardegna) la positività al test di screening preventivo del diabete di tipo 1 è stata pari allo 0,97%, La diffusione del diabete di tipo 1, stando a questo studio e in attesa che parta l’analisi su scala nazionale a fine 2025, è pari allo 0.3% Lo screening per una delle due malattie croniche più diffuse nell’età pediatrica, insieme alla celiachia, ha riguardato 5.363 bambini, raggiunti grazie alla collaborazione di 429 pediatri di libera scelta.
Nei bambini residenti nelle regioni partecipanti al D1CeScreen, intercettando per tempo la patologia, si è osservata una riduzione del 26% della probabilità di presentare chetoacidosi alla diagnosi e una riduzione del 49% della probabilità di chetoacidosi grave che può portare a danni permanenti o alla morte. La tecnologia ha fatto passi da gigante negli ultimi anni permettendo un miglioramento delle condizioni di vita dei bambini e delle bambine con diabete di tipo 1 e dei loro caregiver. “Da cinque anni si registrata un aumento di casi consistente - racconta il professor Valentino Cherubini, Presidente della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica -
Contestualmente all’aumento dei casi le nuove tecnologie, i cosiddetti sistemi integrati connessi e quindi di sistemi ibridi che prevedono misuratore di insulina e infusore dialoganti tra loro, stanno avendo un impatto molto importante su pazienti e caregiver”. “I sistemi AID (automated insulin delivery systems) – precisa Cherubini - sono stati introdotti nella pratica clinica dal 2020 e hanno rapidamente migliorato gli outcome metabolici e la qualità della vita. Permettono inoltre di utilizzare la telematica come strumento per la loro ottimizzazione. In pediatria, l'utilizzo di device che permettono controlli da remoto è aumentato progressivamente I device sono collegati a cloud che garantiscono controlli a distanza sia al medico curante che ai famigliari che assistono i bambini.
Tuttavia, è bene ricordare che non tutto può essere risolto a distanza, il bambino con diabete e la sua famiglia hanno necessità di un rapporto personale che non può essere tralasciato”. Parlare e creare consapevolezza sul Diabete di tipo 1 è dunque estremamente importante, nasce proprio con queste finalità l’evento organizzato da The Skill “Diabetable: a tavola con il diabete, per una sola cena nei panni di chi non può mai perdere il controllo”, durante la quale attori impersonificano le problematiche che un diabetico incontra durante i pasti e raccontano la patologia.
“Avere il diabete di Tipo 1- afferma Stefano Nervo, Presidente di Diabete Italia - significa non poter mai staccare la spina, mai completamente. Oggi le tecnologie a nostra disposizione alleggeriscono numerosi aspetti della vita quotidiana di una persona con diabete, ma la verità è che la gestione del proprio diabete è un pensiero costante, che dura 24 ore su 24, 7 giorni su 7”.