Cerca
Cerca
+

Whatsapp, così ti possono spiare i video, le foto e i messaggi a distanza. I trucchi per salvarti

Giulio Bucchi
  • a
  • a
  • a

WhatsApp, la messaggistica istantanea gratuita,considerata tra le più sicure ed utilizzate al mondo, ha perso la sua riservatezza, è stata violata, ed oggi può essere spiata con vari metodi, più o meno alla portata di tutti. È diventato possibile cioè, visualizzare il numero di connessioni effettuate da un cellulare che si intende spiare, controllare il tempo di tutte le conversazioni, ovvero la durata della permanenza online con un solo contatto o con tutti gli altri nell' arco delle 24 ore, e addirittura accedere alle informazioni direttamente dal pannello di controllo, oltre a vedere, sulle chat di WhatsApp, l' ora e la data dei messaggi inviati o ricevuti, guardare le foto del profilo ed il nome di chiunque si colleghi con il soggetto che si intende sorvegliare, visualizzando i video e le immagini postate, ed a volte anche ascoltare i messaggi audio scambiati. Premesso che spiare un account senza l' autorizzazione del legittimo proprietario è illegale, e chi commette tale violazione della privacy se ne assume la responsabilità, con tutte le conseguenze penali che ne derivano, utilizzare una delle molte applicazioni oggi disponibili, che permettono di controllare i messaggi altrui, e che vengono offerte all' inizio gratuitamente, non è affatto considerato illegale, perché esse monitorano le informazioni pubbliche di un contatto, ovvero quando queste sono pubblicamente "online" su WhatsApp, e quando le loro foto e il loro profilo non siano state schermate, nascoste, o rese private. La più famosa si chiama WhatsAgent, è un' applicazione che gira su Android, e funziona a distanza, ovvero senza la necessità di toccare fisicamente il telefono della vittima; essa, una volta scaricata, invia una notifica nel momento preciso in cui il contatto che si vuole spiare si collega con un altro, ed inoltre fornisce dati precisi sui minuti o le ore passate da questo online, informando anche sull' ultimo spegnimento del dispositivo, o quando i numeri spiati ritornano a parlarsi. Ma sono disponibili sul mercato altre applicazioni già famose, come Mspy, forse la migliore a disposizione ed attualmente la più utilizzata dagli utenti Apple, perché monitora WhatsApp sul dispositivo iOS dell' iPhone o del computer, oppure Flexispy, la quale però impone di avere in mano il telefono della persona spiata, ma che è in grado di rivelare il traffico sia messaggistico che vocale; infine c' è Spyrix, rivolta ad un pubblico più esperto, che legge l' attività della tastiera con un metodo chiamato keylogger, il quale permette di intuire le parole scritte, informando dell' attività dell' utente sui social network, la sua navigazione sul web, su skype, e naturalmente su tutti i movimenti fatti dal telefono da remoto, il quale naturalmente deve essere jail broken, cioè sbloccato, a meno che non si conosca il codice di accesso. Tutte queste applicazioni contengono intenzionalmente nel loro nome il termine Spy, perché appunto consentono di spiare, sebbene non illecitamente, quello che dovrebbe non essere mai spiato, che imporrebbe restare riservato e custodito in sicurezza all' interno del solo cellulare del legittimo proprietario, senza alcuna possibilità di visione ad un occhio estraneo. Fortunatamente questi dispositivi informano soltanto sugli orari, sul tempo di durata delle conversazioni, ed identificano i numeri telefonici dei contatti, cioè visualizzano con chi si parla o con chi si chatta, senza però rivelare il contenuto letterario dei messaggi inviati o ricevuti, che restano segreti e privati. È necessario sottolineare che i pochi utenti che non hanno mai scaricato WhatsApp, o che non lo utilizzano, non possono naturalmente essere spiati con questi algoritmi, ma coloro che ne fanno uso quotidiano, ed hanno qualcosa da nascondere, da oggi hanno anche qualcosa da temere e di cui preoccuparsi, ma si possono tuttavia difendere in qualche modo da queste fastidiose, volontarie e a volte pericolose intrusioni. Il metodo principale per impedire di essere sorvegliati è quello di evitare di connettersi, quanto più possibile, alle reti Wi-Fi pubbliche, quando si è al ristorante o in un hotel per esempio, ma soprattutto con le reti sconosciute degli aeroporti e delle stazioni ferroviarie, poiché queste rendono tutti noi quello che viene tecnicamente definito man in the middle attack, (uomo sotto attacco), poiché la connessione che ci viene offerta gratuitamente, passa attraverso un router, ovvero un modem senza fili, che spia e registra i nostri dati. Ma la prima accortezza che si deve avere, per difendere la propria riservatezza, è quella di nascondere l' orario dell' ultimo accesso, mentre la seconda è quella di eliminare la notifica di lettura del messaggio, così da impedire a chiunque di poter leggere il nostro tempo online ed altre informazioni, oppure si può scegliere di mostrarlo solo ai nostri contatti, programmandolo direttamente dalle opzioni della privacy. (Vedi Foto allegata) È noto infatti che WhatsApp fa comparire sempre la dicitura 'online' quando siamo in linea, cosicché chi ci segue sa che siamo occupati con altri, di cui però non può visualizzare l' identità; ebbene, se in questo momento,ovvero mentre voi siete in linea con una persona, la vostra spia inserisce sul suo telefono il vostro numero da tenere sotto controllo, e clicca su 'follow', praticamente quel clic dá l' avvio al vostro pedinamento digitale, il gioco è fatto, e voi siete fritti. La applicazione infatti, inizierà ad informare su tutti gli accessi telefonici del contatto messo sotto controllo, inviando una notifica alla spia, cioè un avviso, ogni qualvolta la persona seguita si collega con chicchessia. È interessante sapere che esiste la possibilità, per il vostro agente 007, di inserire anche un secondo numero di cellulare, per comparare gli orari di accesso dei due contatti, per cui viene fornito un servizio che consente di capire quando ambedue gli utenti che spiamo stanno chattando tra di loro e con quale telefono. Con queste applicazioni insomma, si potrà conoscere tutto quello che accade sul cellulare che si intende spiare, e qualunque azione sarà registrata in maniera segreta, senza che l' utente seguito ne sappia o si accorga di nulla, così la sua rubrica, la sua posizione e quant' altro, potranno poi essere letti, non solo in diretta, ma anche in un secondo momento, quando si è soli e seduti comodamente sul divano di casa. Bisogna ribadire che spiare le conversazioni è illegale, ma è comunque possibile farlo sia su iPhone che su Android, come si legge sui blog e siti specializzati in nuove tecnologie, che nelle ultime settimane hanno appunto registrato un boom di richieste, fermo restando che WhatsApp rimane comunque molto più sicura degli Sms comuni, perché usa una crittografia a 256bit, ritenuta tuttora invalicabile, al contrario degli Sms che invece possono essere intercettati molto più facilmente e con meno difficoltà tecnica. Tutti fidanzati traditi od amanti gelosi che si improvvisano investigatori privati? Non proprio, poiché tali tecnologie sono state ideate inizialmente per lo spionaggio industriale, politico e finanziario, che però hanno un numero di utenti infinitamente inferiore alla massa di coloro che vogliono vederci chiaro in una storia d' amore o di corna. Quindi, alle fedifraghe ed ai seduttori, alle traditrici di professione ed ai traditi, agli amanti clandestini o ai mariti infedeli, e a tutti quelli che non intendono assolutamente farsi spiare, non resta che attuare le poche e deboli contromisure succitate, non dimenticando però l' ultima che vi rivelo, apparentemente la più banale,ma che in realtà è la più importante, ovvero quella di impostare una password segreta per salvare il dispositivo WhatsApp dalle mani indiscrete ed indesiderate di altre persone, e soprattutto di non rivelare mai a nessuno quella password, nemmeno in punto di morte, soprattutto per evitarne un' altra. Perché con le nuove tecnologie, sempre più spesso il vostro cellulare aperto in mano di altri può provocare l' infarto mortale in chi lo legge. di Melania Rizzoli

Dai blog