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Fido mangia bio e fa sport

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Così vive meglio anche lui

Albina Perri
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Gli animali domestici vivono meglio e più a lungo se alimentati con cibi preconfezionati. Nel nostro paese sono quasi 59 milioni i “pet”, termine inglese per indicare gli animali di casa: quasi una famiglia su due ne possiede uno. Con l'attenzione rivolta  loro, è aumentata e migliorata l'alimentazione, più adeguata e bilanciata, mentre diminuiscono le preparazioni fatte in casa. In particolare si segnala il diffondersi in Italia di una tendenza nata negli Stati Uniti con l'interesse crescente per prodotti naturali, olistici e biologici che puntano sulla soprattutto sulla freschezza e la qualità degli ingredienti certificati bio. Lo dice il rapporto annuale dell'Assalco, l'associazione nazionale tra le imprese per l'alimentazione e la cura degli animali da compagnia. Insomma, il cane o il gatto hanno ormai tutte le attenzioni che i loro padroni hanno riservato per se stessi. La dieta da una parte, lo sport dall'altra. Non mancano infatti le proposte olistiche ipoallergeniche o i cibi monoproteici, studiati per le varie intolleranze alimentari. Prodotti che stimolano il sistema immunitario alla produzione di batteri buoni nell'intestino, favorendo la sazietà, contribuendo al controllo del peso, migliorando l'assorbimento dei minerali e aiutando a prevenire l'osteoporosi. E poi viene l'attività fisica, per la quale le aziende che operano nel comparto accessori hanno messo a disposizione negli ultimi anni numerosi accessori e giochi, come i frisbee e i flying disc per cani, ma anche ossi di cotone con sonaglio completamente digeribile. Esistono persino giochi da scacchiera collettivi per i quattro zampe. Il rapporto, che oltre all'Associazione nazionale per l'alimentazione e la cura degli animali di compagnia vede la partecipazione di Zoomark, Associazione nazionali veterinari italiani e Iri, indica che il mercato del pet food in Italia è cresciuto in maniera costante e con percentuali a doppia cifra, passando dalle 75.600 tonnellate del 1983 alle attuali 450.000. Si registra però il problema dell'Iva, che raggiunge il 20%, rendendo così gli animali domestici dei beni di lusso. Riguardo all'immagine del consumatore, si delineano due tipologie: una è scarsamente sensibile alla leva del prezzo e si orienta in direzione di prodotti premium e superpremium (25%), mentre l'altra parte deve fare i conti con il proprio budget di spesa ridotto dalla perdita di potere d'acquisto, rivolgendo l'attenzione a prodotti di “primo prezzo” (47%).

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