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Massimo Galli, il coronavirus e le tavolate al chiuso: "Dipende da quanti sono i vaccinati, è diverso"

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Massimo Galli le riaperture proprio non riesce a mandarle giù. La decisione del governo di concedere un massimo di sei persone sedute al chiuso in un ristorante in zona bianca non ha visto il direttore della clinica di Malattie Infettive dell'ospedale Sacco di Milano d'accordo. "È diverso avere una tavolata di 10 vaccinati rispetto a una tavolata di persone non vaccinate. Quattro a tavola o di più? Dipende da quanti sono immunizzati. A oggi non sarebbe stato più il caso di parlare del numero delle persone che possono sedere insieme in un ristorante al chiuso, se avessimo avuto più gente vaccinata".

 

 

E ancora, per rimarcare: "È una questione destinata ad essere, spero, superata molto alla svelta. Ora decidano coloro i quali hanno la responsabilità di decidere". Quella di Galli, rilasciata all'Adnkronos, è una strigliata all'esecutivo. L'infettivologo accusa che non si è fatto abbastanza per aumentare le persone vaccinate: "Se ci si fosse dati più da fare, più rapidamente, per mettere insieme un'anagrafe vaccinale, per stabilire dei criteri ragionevoli per cui si potesse dare alle persone una 'patente' indicativa, almeno, di una minore facilità ad infettarsi. Fortunatamente allo stato attuale dei fatti, il procedere delle vaccinazioni consente qualche nota di ottimismo". 

 

 

Ancora una volta l'esperto teme la circolazione del coronavirus "negli strati della popolazione non vaccinata", per questo "serve trovare il bilanciamento tra le due questioni: da una parte vaccinare di più e tentare di conseguenza minori restrizioni; e dall'altra avere più certezze nel consentire più attività alle persone che hanno una copertura immunitaria per vaccino o per infezione naturale". Insomma, ora come ora per Galli è troppo affrettato concedere agli italiani di trovarsi a tavolo in un ristorante. Almeno finché non hanno ricevuto il vaccino. La pensa diversamente Matteo Bassetti che ha lanciato una vera e propria frecciata al collega ricordando "che quando parli ogni sera, in ogni programma televisivo e hai una certa età, prima o poi la stupidaggine la dici. E ieri sera è stata detta grave e pesante". 

 

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