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Martina Quadrino, come si muore per un panino al salame: chi rischia la vita (senza neppure saperlo)

Melania Rizzoli
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Attenzione a pubblicare notizie incomplete o inesatte riguardanti la salute e le morti improvvise, perché esse possono provocare allarmismo e panico in chi le legge o le ascolta, oltre a danni economici e di immagine disastrosi dei vari prodotti incriminati come potenzialmente letali. Due giorni fa a Fondi, sul litorale laziale, una ragazzina di 13 anni, Martina Quadrino, è deceduta dopo aver accusato un malore dovuto ad un sospetto shock anafilattico, che le cronache e i tg nazionali hanno attribuito a "un panino al salame" mangiato in un locale con le amiche.

 

La morte improvvisa della tredicenne è senza dubbio una tragedia irreparabile, per lei e per i suoi genitori che l'avevano salutata mentre usciva di casa per andare ad una festa di compleanno, dove evidentemente Martina ha ingerito un alimento per lei pericoloso, al punto da aver scatenato lo shock letale che dopo poche ore l'ha condotta a morte. Quello che non è stato reso noto è che la ragazza soffriva notoriamente di allergie importanti verso alcune sostanze, e tra queste non era incluso il panino al salame, per cui le reali cause di morte sono ancora tutte da chiarire, poiché sarà solo l'autopsia e i successivi esami tossicologici e di laboratorio ad indicare l'alimento fatale che ha stroncato una giovane vita.

Lo shock anafilattico da allergia alimentare è la più temibile conseguenza dell'anafilassi, una patologia che provoca, nei soggetti allergici a diversi cibi, l'occlusione delle vie respiratorie fino al coma e alla morte, se non si interviene tempestivamente con una iniezione di epinefrina odi adrenalina, che le persone che soffrono di tale sindrome portano sempre con sè. Di norma tale sintomatologia si presenta con sintomi leggeri ma indicativi, come ad esempio prurito in bocca o in gola, a livello delle orecchie, o una manifestazione cutanea di orticaria o gonfiore al viso, attorno agli occhi, alle labbra, alla lingua ed al palato. Solo in rari casi, ed in quelli più gravi, la reazione può essere così violenta da indurre difficoltà respiratorie, vertigini e sensazione di svenimento in un tempo breve, al punto di mettere in pericolo la vita del paziente fino all'arresto cardiocircolatorio.

 

CIRCOLO SANGUIGNO
Le cause di tali allergie vanno ricondotte ad un errore del sistema immunitario che scambia alcune proteine presenti nei cibi per minacce per la salute e reagiscono rilasciando nel circolo sanguigno diverse sostanze che causano i sintomi descritti. Gli alimenti più a rischio sono le arachidi, il latte e le uova (specie nei bambini), le noci, il pesce e i molluschi, e la letteratura medica non riporta allergie al "panino al salame", che probabilmente conteneva altre sostanze, come per esempio il burro di arachidi. Ma queste sono solo ipotesi, perché la reale causa di morte della giovane Martina verrà resa nota solo tra qualche settimana, quando si conosceranno gli esiti degli esami tossicologici e di laboratorio.

DIFFERENZE SOSTANZIALI
Importante non confondere le allergie alimentari con le intolleranze, le quali, se pur fastidiose, sono disturbi molto meno gravi che non coinvolgono il sistema immunitario, che danno sintomi più generici come gonfiore, diarrea e crampi addominali, e che soprattutto non conducono a morte. Nelle vere allergie alimentari inoltre, durante la prima assunzione della sostanza incriminata, non compaiono mai sintomi da sensibilizzazione, i quali si manifesteranno invece a partire dalla seconda assunzione, che scatenerà la reazione allergica. È probabile quindi che la giovane Martina non conoscesse nel dettaglio la sua incompatibilità con il cibo incriminato, e forse non conosceva nemmeno bene i sintomi che tale patologia provoca, poiché tra la reazione allergica e la morte c'è sempre un tempo utile, di circa due ore, per utilizzare i farmaci di contrasto, definiti salvavita, che evitano appunto l'esito letale, anche se nei casi più gravi i sintomi di una reazione allergica possono svilupparsi in pochi minuti dal consumo,e molto raramente anche dal solo contatto con l'alimento. 

Martina quella sera, dopo la festa di compleanno, era rientrata a casa, e vani sono stati i tentativi dei sanitari del 118, chiamati dal papà Antonio, noto operatore ortofrutticolo di Fondi, per rianimarla, ma attribuire la causa di morte ad un "panino al salame" come è stato fatto dai media ha il sapore di una notizia frettolosa, fuorviante e allarmistica, sulla quale la Procura, e soprattutto l'esito della autopsia, faranno chiarezza.

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