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Whatsapp, "danni al cervello e insonnia": conseguenze choc

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Che lo smartphone crei dipendenza lo si sapeva già da diverso tempo. Ma che Whatsapp, l'applicazione statunitense di messaggistica istantanea, nuocesse gravemente alla salute lo scopriamo solo ora. Le chat e i gruppi sull'app di Meta si moltiplicano a ritmo incontrollabile. Tanto che si fa fatica a stare dietro ai messaggi, agli audio e agli allegati che girano e 'impallano' il telefono. Diventa impossibile tenere il passo in tutti i gruppi e rispondere in tempo reale. Ma esiste una soglia di resistenza? Come possiamo difenderci dallo stress da Whatsapp?

"C'è una abitudine a usare WhatsApp che crea dipendenza", spiega all'Adnkronos Salute Enzo Di Frenna, fondatore di Netdipendenza Onlus, la prima associazione europea no profit che si occupa di prevenzione del tecnostress e delle videodipendenze. "È chiaro che l'attenzione del nostro cervello non può reggere più di 10 chat o gruppi - sottolinea l'esperto - perché producono giornalmente dai 10 ai 30 messaggi e a fine giornata si arrivano a contare centinaia di comunicazioni. Si va in tilt. Per non parlare delle note vocali che diventano lunghissime mentre dovrebbero essere al massimo di 30 secondi".

 

 

Mente e fisico, si sà, sono strettamente interconnessi. "Mens sana in corpore sano", dicevano gli antichi romani. "Se la mente si ammala, anche il corpo si ammala - avverte Di Frenna - il sovraccarico informativo porta a mal di testa, insonnia e umore instabile. Dobbiamo usare la tecnologia, che ci aiuta e ci semplifica la vita, con più attenzione".

 

 

 

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