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AI, si rischia di passare dal totalitarismo del Novecento alla dittatura della macchina

Corrado Ocone
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 Il rischio è quello di passare per catastrofisti, reazionari, nemici del Progresso. Ma è un rischio che va corso se in gioco sono i valori a noi più cari, a cominciare dalla libertà individuale e dalla democrazia. Dobbiamo perciò avere il coraggio di dirlo: se l’Intelligenza Artificiale fa paura, la sua applicazione alla politica lo fa molto di più. Soprattutto se il suo uso viene a saldarsi con quella mentalità razionalistica e “correttista” che sembra ormai aver sequestrato le nostre menti.

La politica non è invece razionalizzabile perché ha a che fare con quanto di più imprevedibile possa esserci, cioè appunto la libertà umana. E non è riducibile alla realizzazione di un’”etica” preconfezionata perché ciò che è morale lo si stabilisce nelle diverse situazioni storiche attraverso il confronto e anche lo scontro di opinioni diverse e confliggenti. La politica che dimentica la sua natura polemica, cioè di nascere da polèmos, dalla lotta, è altra cosa: ideologia. La quale, come una coperta di Linus, pretende di darci sicurezza assoluta espungendo l’errore e il male dalla nostre vite. Cioè facendoci diventare, in ultima analisi, macchine, automi, “funzionari” dell’Idea e di un Sistema.

 

Le strade che vorrebbero condurre al paradiso sono lastricate di buone intenzioni, come è noto. Il Novecento ci ha dato non pochi esempi di ideologia al potere, ma ci ha anche dato grandi sintesi di pensiero che hanno disvelato i meccanismi che presideono alla “mente totalitaria”: penso a quelle di Karl Popper, Friedrich von Hayek, Raymond Aron, e tanti altri. Quel messaggio è rimasto però nascosto ai più, ai tanti disposti a barattare un po’ di sicurezza con l’asservimento totale ad una Mente superiore che a tutto provvede, tutto regola, tutto sistema. Il “politicamente corretto”, con tutte le sue propaggini nella politica e nella società civile, cosa altro è, a ben vedere, se non l’ultima evoluzione di questa mentalità?

 

E quale migliore alleato questa mentalità potrà trovare di una Mente Artificiale e Perfetta in grado di controllare le mille variabili che una mente umana, anche se lavora in team con altre, mai potrà controllare? Di questo uso perverso ma possibile dell’Intelligenza Artificiale, che d’incanto creerebbe un mondo distopico con l’aiuto degli algoritmi, dobbiamo avere paura, dobbiamo esserne preoccupati e denunciarne con forza il pericolo. L’Intelligenza Artificiale non solo ci suggerirebbe i comportamenti, che il potere politico provvederebbe a rendere cogenti, ma darebbe a quest’ultimo anche gli strumenti per un controllo capillare e di massa che annullerebbe ogni privacy e libertà umana. E che dire ancora di quei dispositivi subliminali di “spinta gentile” (nudge) che invogliano a seguire “comportamenti corretti” che non si sa chi e in base a che cosa ha stabilito come tali? Il fatto che più desta preoccupazione è che questa possibile deriva illiberale delle nostre società non solo non venga percepita come tale, ma sia anche auspicata dai molti che pensano di risolvere “per vie brevi” la complessità e le difficoltà della vita. Non si spiegherebbe altrimenti, solo per fare un esempio, l’enfasi con cui l’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna ha annunciato il progetto Savia, messo a punto con altre istituzioni per utilizzare l’Intelligenza Artificiale “per mettere a punto leggi di qualità”. Ancora una volta sorge la domanda su chi stabilisce cosa sia la qualità.

E poi, una volta stabilitolo, quella “qualità” potrà essere messa in discussione o dovremo adeguarci ad essa come un Dogma dal ciel trasmessoci? Fa impressione la facilità con cui i promotori del progetto, che sono degli amministratori eletti e giudicabili democraticamente dal popolo, deleghino ad una macchina le loro prerogative, di cui si deresponsabilizzano completamente. Si rendono costoro conto che si stanno incamminando su unsentiero che porta dritto alla scomparsa dei parlamenti e degli organi legislativi in cui si è realizzata la democrazia?

Chissà, casomai fra di loro ci saranno pure tanti parlamentaristi accesi, critici del “premierato” e di tutte quelle democratiche modifiche alla Costituzione proposte dal governo in carica. È uno dei tanti cortocircuiti a cui soprattutto la sinistra ci sta abituando. E suona anche come un paradosso che all’Intelligenza Artificiale i consiglieri dell’Emilia Romagna abbiano affidato come primo compito quello di mettere su un “prototipo” riguardante la legge regionale sulla partecipazione. Si rendono conto che la partecipazione auspicata è non quella di uomini in carne ed ossa, ma quella di maschere di gesso di uomini vivi?

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