Una vera e propria rivoluzione sul fronte delle cure anti-cancro. Lo studio Alascca, condotto dal Karolinska Institutet e pubblicato sul New England Journal of Medicine, dimostra che basse dosi di Aspirina (160 mg al giorno) riducono del 55% il rischio di recidiva in pazienti operati per cancro al colon-retto con mutazioni nella via di segnalazione Pik3, presenti in circa il 40% dei casi. Questo tumore, diagnosticato annualmente a quasi 2 milioni di persone, vede metastasi nel 20-40% dei pazienti, rendendo la malattia più letale. Precedenti studi osservazionali avevano suggerito un effetto protettivo dell’Aspirina, ma senza conferme da trial randomizzati.
Lo studio Alascca ha colmato questa lacuna coinvolgendo oltre 3.500 pazienti da 33 ospedali nordici, suddivisi in due gruppi: uno trattato con Aspirina per tre anni post-intervento, l’altro con placebo.“I risultati potrebbero avere una rilevanza globale e influenzare le linee guida per il trattamento del tumore colorettale in tutto il mondo”, dichiarano i ricercatori, finanziati dal Consiglio svedese per la ricerca e dalla Società svedese per il cancro, senza conflitti di interesse.
Anna Martling, primo autore, sottolinea: “L’Aspirina viene testata in un contesto completamente nuovo, come trattamento di medicina di precisione. Questo è un chiaro esempio di come possiamo utilizzare le informazioni genetiche per personalizzare il trattamento e allo stesso tempo risparmiare risorse e sofferenza”. L’efficacia deriva dai meccanismi antinfiammatori, antipiastrinici e inibitori della crescita tumorale dell’Aspirina, che crea un ambiente ostile al cancro. “Sebbene non comprendiamo ancora appieno tutti i collegamenti molecolari, i risultati supportano fortemente il razionale biologico”, aggiunge Martling, evidenziando il vantaggio di un farmaco economico e accessibile: “L’Aspirina è facilmente reperibile a livello globale ed estremamente economico rispetto a molti antitumorali moderni. Il che è molto positivo”.