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Intelligenza artificiale, ecco quali lavori non spariranno

di Paola Natali mercoledì 5 novembre 2025

3' di lettura

Diffusa la notizia il 29 ottobre delle modifiche sulle regole d’uso di ChatGPT, dove si sottolineava che non sarebbero stati più forniti pareri medici, legali o finanziari. OpenAI è stata costretta a intervenire pubblicamente per smentire la notizia.

Gianluigi Ballarani docente di Digital Marketing and crypto strategies all’Univeristà di Pavia ci spiega che in realtà, la notizia che “ChatGPT ha bannato i consigli legali e medici” è stata esagerata: OpenAI non ha imposto un divieto, ma ha solo aggiornato le proprie regole per chiarire che l’intelligenza artificiale non può sostituire un medico o un avvocato. ChatGPT può ancora rispondere a domande su diritto e salute, ma solo in modo informativo e non come consulenza professionale. È uno scarico legale di responsabilità. L’obiettivo è evitare che le persone prendano decisioni critiche basandosi su un chatbot, o quantomeno che se qualcosa va storto poi non facciano causa a OpenAI”.

Circa 13 milioni di italiani usano l’intelligenza artificiale, si calcola il 46% della popolazione, molti ancora i dubbi e le perplessità in particolr modo per quanto concerne il futuro occupazionale nel nostro Paese e non mancano i timori per le professioni che potrebbero scomparire. Cerchiamo di capire con Ballarani se “L’Intelligenza Artificiale cancellerà milioni di lavori. E cambierà tutti gli altri.”  Ballarani sottolinea che: “Siamo all’inizio della più grande trasformazione del lavoro da quando esiste Internet. Entro il 2030, un quarto dei ruoli attuali cambierà completamente. Milioni di persone dovranno imparare un mestiere nuovo da zero”.

Chiediamo quindi all’esperto quali potrebbero essere i lavori che spariranno “L’AI eliminerà tutto ciò che è ripetitivo, prevedibile e basato su regole. I primi a sparire saranno: Addetti al data entry, segreterie, contabilità base. Cassieri, operatori di call center, sportellisti bancari. Operai alla catena di montaggio e addetti ai magazzini.  Questi ruoli verranno sostituiti da software, chatbot e robot intelligenti che lavorano 24 ore su 24, senza ferie. E anche i lavori d’ufficio di medio livello, che fino a ieri sembravano sicuri, sono a rischio. Un contratto legale o un bilancio, un tempo scritti a mano da un junior, oggi li fa un algoritmo in pochi secondi.”

Ballarani inoltre specifica che “determinati lavori poi non spariranno, ma saranno completamente diversi: nella sanità, l’AI analizza radiografie e segnala anomalie, ma il medico resta quello che interpreta e parla con il paziente. Nella scuola, gli insegnanti avranno tutor digitali che seguiranno gli studenti uno per uno. Nei servizi clienti, i bot risponderanno alle domande semplici, mentre le persone si occuperanno dei casi più complessi, dove serve empatia e cervello.

Nella programmazione, i co-pilot generano codice, ma il developer supervisiona architettura, qualità e sicurezza. Per la prima volta, la tecnologia non colpisce solo i lavori manuali, ma anche quelli ‘intellettuali’. Avvocati, analisti, commercialisti, perfino giornalisti: chi fa lavori basati su testi, numeri e analisi standardizzate è più esposto di quanto pensi.

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Invece mestieri come idraulici, elettricisti, estetisti, insegnanti, infermieri sono molto più difficili da sostituire, perché richiedono manualità, presenza e relazione” Concludendo il docente sostiene che “l’intelligenza artificiale non ruba il lavoro: ruba i compiti. Il lavoro umano si evolve. Ma chi non evolve, sì, rischia di sparire”.

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gianluigi ballarani

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