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Governare il rischio digitale senza ostacolare lo sviluppo

Al Forum della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili la nuova frontiera della rivoluzione tecnologica che sta cambiando il mondo
di Bruno Marrone martedì 18 novembre 2025

4' di lettura

Governare la transizione digitale senza frenarne lo slancio innovativo è oggi una delle sfide più complesse per Paesi, imprese e cittadini. Un equilibrio che richiede investimenti, competenze e un approccio culturale completamente rinnovato.

Ne hanno discusso parlamentari ed esperti al Cnpr Forum “Cybersecurity e sostenibilità, la nuova frontiera del rischio digitale”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.

Ad aprire il confronto è stato Andrea Mascaretti parlamentare di Fratelli d’Italia nelle Commissioni Bilancio e Lavoro a Montecitorio, che ha richiamato l’urgenza di una gestione responsabile della transizione tecnologica: «Servono sobrietà digitale, cultura della cybersicurezza e investimenti nelle nuove tecnologie, ma anche certezza delle origini dei dati e tutela dell’informazione. Il digitale consuma energia e risorse, ma riduce mobilità, accelera la ricerca e connette competenze. La cybersecurity non è un costo: è parte del valore di ciò che produciamo».

Mascaretti ha ricordato che molte vulnerabilità italiane nascono da software non aggiornati, un perimetro di attacco sempre più ampio e una forte dipendenza da fornitori extraeuropei. Per questo, ha ribadito la necessità di una strategia nazionale fondata su investimenti adeguati e formazione continua: «Dobbiamo inserire nei programmi scolastici corsi strutturati di educazione digitale e sicurezza online. Solo così potremo colmare un gap culturale che pesa sul sistema Paese». Una scelta che, secondo l’esponente di Fratelli d’Italia, permetterebbe di costruire generazioni più consapevoli, meno esposte alla disinformazione e più preparate alle professioni tecnologiche del futuro.

Sulla stessa linea, ma con un’attenzione ancora più marcata alla dimensione energetica, è intervenuto il senatore Luigi Nave (M5s): «Investire nelle tecnologie è essenziale per una gestione efficiente e sostenibile del traffico dati», ha sottolineato, ricordando che esistono già soluzioni avanzate: data center alimentati da rinnovabili, sistemi di compressione intelligente e soprattutto edge computing, che riduce drasticamente l’energia necessaria elaborando i dati vicino alla loro origine.

Per Nave, sostenibilità e innovazione non sono in antitesi: «Le aziende più attente all’ambiente saranno le più competitive. Ma per colmare il divario digitale servono competenze: proponiamo voucher e crediti d’imposta per le imprese che modernizzano le infrastrutture IT e piattaforme nazionali condivise di cybersecurity». Un passaggio cruciale riguarda la formazione dei giovani, che secondo il senatore deve diventare priorità del Paese per evitare un nuovo divario sociale tra chi padroneggia gli strumenti digitali e chi ne resta escluso.

Il tema della sostenibilità ambientale del digitale è stato approfondito da Chiara Tenerini, deputata di Forza Italia in Commissione Lavoro alla Camera: «L’idea che i server inquinino più degli aerei non è un mito: il 4% delle emissioni globali proviene dal traffico dati», ha spiegato.

Per l’esponente azzurra, la crescita dei consumi energetici del mondo digitale è inevitabile, ma deve essere governata con scelte chiare: infrastrutture ecocompatibili, archiviazioni ottimizzate, cloud europei per garantire sicurezza e sovranità dei dati.

«Siamo di fronte a una transizione che non possiamo fermare. Servono investimenti per proteggere la Pubblica Amministrazione e accompagnare imprese e cittadini che faticano a comprendere i rischi e i benefici del digitale», ha detto Tenerini, ricordando che anche la sicurezza nazionale è esposta a minacce ibride che colpiscono economia e finanza.

Mauro Del Barba (Italia Viva), segretario della Commissione Finanze, ha aggiunto un ulteriore elemento: la necessità di politiche energetiche mirate per contenere l’impatto del digitale. «Streaming, cloud e soprattutto intelligenza artificiale stanno moltiplicando esponenzialmente il volume dei dati trattati. È inevitabile che aumentino consumi ed emissioni», ha osservato.

Secondo Del Barba, occorre intervenire su software, data center e modalità di archiviazione con sistemi più efficienti e intelligenti, fino ad arrivare a meccanismi di auto-eliminazione dei dati inutili. «Il quantum computing potrebbe rappresentare un punto di svolta, riducendo drasticamente l’energia necessaria alle elaborazioni più complesse», ha affermato.

Il parlamentare renziano ha insistito anche sulla sicurezza informatica, definita “decisiva per la competitività delle imprese e la tutela dei cittadini”. Sul fronte scolastico, ha ricordato i progressi in materia di prevenzione del cyberbullismo, mentre per le imprese la situazione resta critica: «Molte iniziano a occuparsi di cybersecurity solo dopo un attacco. È un errore che il Paese non può più permettersi». Per Del Barba, la cultura della sicurezza digitale deve diventare parte integrante della vita civile e produttiva del Paese.

Il Forum della Cassa ragionieri ha confermato come digitale ed energia siano oggi elementi inseparabili del dibattito economico. La sfida, secondo tutti i relatori, non è frenare l’innovazione, ma guidarla con competenze, investimenti e regole chiare.

E proprio su questo punto, è stata evidenziata l’urgenza di una strategia condivisa che coinvolga imprese, istituzioni e mondo accademico, perché solo una visione unitaria potrà rafforzare la resilienza economica e tecnologica dell’Italia in un contesto globale sempre più competitivo.

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