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Fast Food, imballaggio "acido": lo studio, in cosa avvolgono i panini. Grossi rischi per la salute

martedì 8 giugno 2021

2' di lettura

Troppi acidi Pfas nei contenitori per i cibi da fast food e d’asporto. Lo rivelano otto associazioni europee che hanno raccolto imballaggi alimentari e stoviglie monouso in carta, cartone e fibre vegetali delle maggiori catene di fast food e takeaway come McDonald’s, KFC, Subway o Dunkin’ Donuts. I campioni sono stati analizzati proprio con lo scopo di cercare le sostanze per- e polifluoralchiliche, una classe di composti chimici persistenti in grado di accumularsi nell’ambiente e negli organismi.

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Dopo il test 38 imballaggi sono risultati sospetti. Alla fine, dei 42 campioni (28 contenitori scelti tra i “sospetti”, più 14 controlli) mandati in laboratorio, 32 contenevano livelli di Pfas tali da indicare un trattamento intenzionale. Ma non solo, tutti gli altri contenitori analizzati mostravano comunque la presenza di tracce di queste sostanze chimiche. Quindi una elevata contaminazione diffusa della materia prima utilizzata per realizzate questi prodotti.

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Secondo le otto associazioni, la presenza diffusa di Pfas è molto preoccupante per diversi motivi. In primo luogo, perché ogni giorno si crea un volume gigantesco di rifiuti contaminati da queste sostanze persistenti. Sostanze che possono poi contaminare le falde acquifere e, di conseguenza, la catena alimentare. Inoltre, alcuni studi hanno dimostrato la capacità dei Pfas di migrare dai contenitori al cibo, da cui arrivano direttamente alle persone, esponendole a rischi per la salute. "È chiaramente non essenziale l’uso di sostanze chimiche altamente tossiche e persistenti, che pongono un tale rischio per la salute e l’ambiente, in imballaggi alimentari monouso, specialmente quando esistono alternative più sicure”, ha detto Jitka Strakova, autrice dello studio e consigliera scientifica di Arnika e della Rete internazionale per l’eliminazione degli inquinanti (Ipen).

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