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Giampaolo Pazzini, la moglie attacca Pippo Inzaghi: "La meritocrazia non esiste"

Andrea Tempestini
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Un duro lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare. Il duro lavoro è quello di Giampolo Pazzini, relegato regolarmente in panchina da Pippo Inzaghi: il Milan, ora, punta su Fernando Torres, che però continua a deludere. Il Milan, forse, "deve" puntare su Torres per cercare di nobilitare l'investimento. Il risultato? Il Pazzo scalda la panca. Per lui solo spizzichi di partita, gli ultimi minuti del secondo tempo. Lui lavora e tace, ma in campo ha poche occasioni per sudare. Chi, invece, non tace, è la moglie dell'attaccante rossonero, Silvia Slitti, che ha esternato il suo disappunto su Instagram dopo l'ennesima panchina e gli ennesimi pochi minuti, quelli concessi da Inzaghi mercoledì sera contro il Cagliari. Un post apparso e subito scomparso, ma il cui rumore si continua a sentire. Un post che non lascia spazio a dubbi. Scrive Slitti: "Supponiamo che ci vengano date 9 possibilità per far colpo su una persona... o per ottenere un lavoro... o per dimostrare ciò di cui siamo capaci. E che ogni volta dopo 3.8 minuti di media ci venga detto - basta così! - ... ecco, io mi chiedo chi può dire se quella persona è brava o no? O se avendo magari 30 minuti, o 45 o meglio ancora 90 minuti magari cambieremmo idea? E se quella persona fosse una di quelle che non urla o fa scena plateali.. ma continuasse a fare in modo serio, diligente e costante ciò per cui è stata voluta... cercata e pagata... (...) provo dispiacere nel pensare che in Italia la famosa meritocrazia non sempre esiste". Un messaggio chiarissimo, quello della signora Pazzini: la "meritocrazia" non esiste. Per ora gioca Torres, il Pazzo sta in panca. E Inzaghi, questa esternazione la avrà gradita il giusto...

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