Silvio Berlusconi, il ritorno: festaiolo tra canti e balli in Sardegna
Quando venerdì sera l'hanno visto entrare hanno pensato quasi a uno scherzo. Erano almeno tre anni che non si vedeva in un locale pubblico in Costa Smeralda Silvio Berlusconi. Certo, il suo staff aveva prenotato per una ventina di persone a cena allo Smaila's di Porto Rotondo, e per l'occasione il proprietario del locale aveva chiamato a dargli man forte Jerry Calà, che era in vacanza da quelle parti. Ma che venisse il Cavaliere non ci credeva proprio nessuno, e tanto meno che restasse lì anche dopo cena come sarebbe avvenuto a sentire musica, cantare lui stesso, farsi selfie con le signore e assistere alle danze fino alle 3 del mattino. Berlusconi non si è più fatto vedere in pubblico dall'estate precedente alla famosa condanna definitiva per frode fiscale. Guarda le foto della festa di Berlusconi allo Smaila's Poi nell'anno dei servizi sociali in Sardegna non è più potuto andare, e quando da uomo libero è tornato al massimo ha ricevuto qualche collega di partito o amico a villa Certosa. Quel venerdì sera invece è tornato alla vita pubblica, e pure a quella vita notturna che tanti guai gli aveva creato. Si è presentato allo Smaila's con una Francesca Pascale pronta a lanciarsi nelle danze della notte, abbronzatissima in un tubino nero. Ha portato con sé Bruno Vespa e signora e Andrea Ruggeri, collaboratore di Forza Italia nonché nipote del conduttore di Porta a Porta (e forse più conosciuto ancora per essere da 4 anni il compagno di Anna Falchi, che alla serata non è venuta). Nel gruppo anche Maria Rosaria Rossi, senatrice azzurra, gran capa di Forza Italia e secondo i maligni badante del Cavaliere. E pure due amici di vecchia data come Franco Carraro (senatore azzurro e nel passato anche presidente del Milan) e la moglie Sandra, regina dei salotti romani. Berlusconi si è portato dietro il sempre fedele Mariano Apicella (con moglie) e un batterista di fiducia che suona di solito a villa Certosa. Con loro altre signore, più o meno giovani. Con Smaila Berlusconi ha un rapporto di vecchia data: ai Gatti di vicolo miracoli affidò la conduzione del primo programma domenicale di Canale 5: Domenica in Five. Silvio si è presentato portandogli in dono delle cravatte disegnate per lui da Damiano Presta, e si è seduto in un angolo del locale a chiacchierare con il vecchio amico. Chissà se scherzando o no, gli ha lanciato l'idea di rispolverare quel vecchio programma tv che rese celebre Smaila: Colpo grosso, l'antenato sexy di tutte le veliniadi televisive: «Potresti renderlo un po' più soft e così lo trasmettiamo su Italia Uno!», ha proposto il Cavaliere. Smaila entusiasta, gli ha subito spiegato di un progetto cinematografico che sta elaborando con i Gatti di vicolo miracoli, per cui sta scrivendo la sceneggiatura, che racconta la vita di quattro ex artisti in una casa di riposo (titolo previsto: «Odissea nell'ospizio»). Finite chiacchiere e cena, mentre la Pascale e la moglie di Smaila si scambiavano segreti sui propri barboncini, sono partite musiche e danze. A scatenarsi è stata soprattutto Sandra Carraro, che ha ballato tutta la sera trascinando le altre signore della compagnia. Apicella ha affiancato Umberto Smaila al microfono, e Bruno Vespa è venuto di tanto in tanto a fornire la playlist musicale suggerita da Berlusconi. Così la band musicale creata per l'occasione ha suonato e cantato per l'ospite di onore vecchi hits come «Io che amo solo te», «La voce del silenzio», «Mi ritorni in mente», «È tutto un attimo» (che Smaila scrisse per l'esordio di Anna Oxa a Sanremo). Si sono fatte così le tre, e Berlusconi ha fatto cenno a chi era rimasto che forse era ora di tornare a villa Certosa (Vespa, che è monacale, si era già ritirato da tempo). Smaila ha capito, ha fatto un cenno a Berlusconi intonando «I Migliori anni della nostra vita». Silvio non si è tirato indietro, ha afferrato il microfono e inziato a duettare sulle prime strofe. Poi ha abbracciato Smaila e se ne è uscito sulle ultime note: «... come gli ultimi sopravvissuti/ forse un giorno scopriremo che non ci siamo mai perduti/ e che tutta quella tristezza/ in realtà non è mai esistita/ I migliori anni della nostra vita/ I migliori anni della nostra vita...». di Franco Bechis