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Sergio Marchionne, Nicola Porro durissimo: "Gli ipocriti che dovrebbero tacere dopo la sua morte"

Davide Locano
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Dopo la morte di Sergio Marchionne, Nicola Porro punta il dito: "È incredibile l'ipocrisia italiana sulla morte di Sergio Marchionne. Mi viene quasi da apprezzare chi, anche oggi, nonostante la sua prematura scomparsa, tace", scrive in un intervento sul suo blog (dove pubblica anche un video: clicca qui per vederlo). Porro ricorda che "Marchionne è stato odiato, come pochi manager in Italia. Almeno dalla fine degli anni 70 in poi. Parliamoci chiaro, il fenomeno Landini, ve lo ricordate, coccolato da tutte le Tv e giornali, nasce proprio come interprete del ‘sindacalista buono' in contrasto con il manager spietato e affamatore di diritti". L'accusa è contro gli ipocriti, insomma, contro chi ora piange Marchionne dopo averlo attaccato per anni. "Qualcuno - riprende - si ricorda i titoli di Repubblica e non solo ovviamente sul 'Patto disuguale' riferito al referendum sul nuovo contratto di Fiat a Mirafiori e in Italia? Vi ricordate tutte le pippe sulla 'negazione dei diritti' che quel contratto avrebbe previsto. Non capendo che quel contratto salvava le fabbriche in Italia". Leggi anche: Nicola Porro: "La grande bugia con cui Marchionne ha conquistato il mondo" Dopo aver ricordato l'annuncio di Marchionne di assumere, nel gennaio 2015, mille dipendenti interinali a Melfi, da confermare solo dopo l'ok al jobs act, e le polemiche che ne seguirono, Porro si chiede: "Ecco, secondo voi, è questo un manager che può tanto essere celebrato dal giornalista e opinionista unico in questo paese?".

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